giovedì 5 novembre 2015

Tremenda scoperta

Gli agenti che scoprirono la “Uno Bianca”: «Qualcuno sbaglia, ma la polizia sa reagire» „I due investigatori riuscirono nell’impresa di consegnare alla giustizia una banda che uccise 24 persone e ne ferì 114 in 103 azioni criminose senza mai lasciare una traccia di sé o un indizio sul proprio cammino. Baglioni e Costanza, studiando la “mappa” delle gesta feroci e assurde di una Banda che colpiva banche, supermercati, distributori di benzina e poste – uccidendo anche diverse forze dell’ordine - riuscirono a intercettare un’auto sospetta davanti a un possibile obiettivo. Annotata la targa, scoprirono il luogo di residenza della persona al volante: Fabio Savi, sicuramente il più spietato della banda. In un secondo momento, capirono che Fabio era fratello di un collega: Roberto Savi, della questura di Bologna. Ad aiutare ed assecondare la malvagia di questi due criminali, altri tre poliziotti: Luca Vallicelli, Pietro Gugliotta e Mariano Occhipinti. Una scoperta tremenda: quattro su cinque erano “sbirri”, colleghi.“ilpiacenza

La polizia cerca di tirarsi su tra fiction e lezioncine.

Baglioni e Costanza sono stati gli antesignani di Pignatone e Prestipino.
Quando hanno risolto il giallo uno bianca si è detto tutto e il contrario di tutto.
Principalmente che gli investigatori bolognesi erano una massa di pipparoli ignoranti che passavano il tempo a farsi la guerra tra di loro e a cercare di ingraziarsi procuratori e autorità locali varie.
In buona parte era così ma d'altronde non è quello che accade anche oggi ?
In quegli anni c'ero a Bologna ed ho avuto paura come tanti e forse anche di più perchè non era nemmeno la mia città io che di città non sono. Non si capiva cosa stesse accadendo.
Trovata la quinta mafia come venne chiamata (allo stesso modo in cui oggi si fa con mafia capitale) pensavamo fosse stato tutto risolto. Ogni tanto andavo anche ad assistere alle udienze per curiosità.
Volevo vedere com'erano fatti i delinquenti veri. Non quelli delle fiction.
E invece fuori si continuava a sparare.

Quando ho avuto bisogno mi sono imbattuta in poliziotti e carabinieri bravi e altri meno.
Gli ignoranti e i mezzi delinquenti ci sono anche oggi. Le aule di tribunale sono piene di sbirri sotto processo. Solo che non c'è un fenomeno in larga scala e compatto come quello dell'associazione creata dai Savi. Non c'è nulla di tremendo in ciò. Uno sbirro può diventare delinquente e viceversa.
Nel corso delle indagini furono fatti errori, si andò incontro a sviste e probabilmente qualcuno non parlò. Non le mogli ma i poliziotti stessi. Nemmeno gli eroi dicono questo perchè è una verità scomoda.
La stessa cosa che è accaduta a Roma. Anni di distrazioni ed errori.
Quando la misura era ormai colma arrivarono Baglioni e Costanza che riuscirono a beccare gli snodi importanti di quella vicenda.
Senza voler nulla togliere alla loro bravura, una indagine come tante cose nella vita riesce se si arriva al momento giusto e con il colpo di fortuna che fa da traino.

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