giovedì 19 novembre 2015

Pretendiamo

"Comunità islamiche prendano posizione". "Mi aspetto che le comunità islamiche assumano una netta posizione senza se e senza ma - ha dettto invece Gabrielli - C'è un attacco da parte di criminali e le prime vittime sono proprio gli islamici. Pretendiamo dalle comunità islamiche un atteggiamento di collaborazione". E proprio contro il terrorismo e per rispondere alle stragi di Parigi i musulmani in Italia hanno indetto per sabato 21 a Roma una manifestazione nazionale dal titolo "Not in my name".repubblica

Il tono aggressivo del prefetto rassicura sul fatto che almeno per una volta le comunità islamiche non vengono discriminate ma trattate alla pari delle altre. Difficile che Gabrielli si esprima in maniera pacata con alcuno da quanto è dato riscontrare nei resoconti stampa.
E' importante comunque tenere presente che al di là dell'emergenza del momento tutto ciò che verrà fatto in questi frangenti costituirà un ponte per il futuro. Le intimidazioni di certo non aiutano a costruire i rapporti umani che sono alla base della convivenza civile. Bene faremmo tutti a seguire l'esempio del ministro Alfano al quale la fermezza non impedisce di rinunciare all'educazione impartitagli dalla famiglia e dalla religione cattolica . Il che torna utile nello svolgimento del proprio ruolo istituzionale.
Qualora il prefetto non avesse letto i giornali nè incontrato i rappresentanti delle comunità, che suona strano data la veste istituzionale che indossa, ricordiamo che tutti hanno condannato e continuano a condannare soprattutto perchè certi comportamenti sono estranei all'Islam. Altro fattore questo che lascia perplessi circa i toni palesemente esagerati di Gabrielli. Conosce la religione islamica e le sue varie espressioni nonchè le culture nelle quali essa si sviluppa inclusa la nostra ? Più che di un prefetto d'assalto attualmente ci sarebbe bisogno di un prefetto d'incastro ovvero di una persona che sappia agganciare e collegare le persone.
Forse sarebbe opportuno che Gabrielli stendesse un protocollo in grado di delineare in maniera precisa quali sono i comportamenti che si pretendono dai musulmani e dalle loro comunità tenendo presente ovviamente che viviamo ancora in una democrazia.


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