lunedì 12 ottobre 2015

Non è una malattia

Entro la fine di questa settimana gli avvocati della signora De Sousa dovrebbero presentare la documentazione necessaria a scongiurarne l'arresto.
La difesa si richiama al fatto che l'imputata fu processata in absentia e l'incriminazione non le fu mai notificata.
Il fermo sarebbe scattato solo in questi giorni perchè il mandato d'arresto europeo non era stato compilato con i dati del passaporto portoghese dell'ex-agente della Cia. Quindi adesso in questa danza macabra a due tra America e Italia si inserisce un terzo Paese. Difficile prevedere se ciò avrà un peso.
La signora De Sousa sembrerebbe rassegnata infatti ha dichiarato che nell'eventualità di un arresto vorrebbe trascorrere il periodo di detenzione in una prigione portoghese. Deve esserle giunta notizia che le nostre carceri almeno a sentire la corte europea, sono al pari di quelle delle rendition.

La sua battaglia è comunque sempre improntata sul doppio binario riapertura del processo-eliminazione del segreto di stato da parte di entrambe le nazioni.
Per riaprire il caso ci vorrebbero nuovi elementi a prescindere dal segreto  ma anche si presentasse l'eventualità, che speranze abbiamo nella nazione dei processi a Bossetti e Sollecito che venga condotta una indagine che non solo si basi sui fatti ma anche sulla logica ?

Il segreto di stato è lì per rimanere. Il suo uso tardivo è stato ideato con un giochetto difficile da demolire. La vicenda di Abu Omar è incastrata in quella di altri terroristi o presunti tali che all'epoca erano monitorati da diverse agenzie di intelligence incluse Cia e Sismi.
Quindi il rapimento dell'egiziano e le vicende Telecom e via nazionale sono blindate dal segreto di stato. Ne sa qualcosa il colonnello Seno che ci ha rimesso le penne.
Paradossalmente forse se fosse stato accusato anche di aver partecipato all'organizzazione del rapimento piuttosto che "solamente" di aver fatto da tramite tra il generale Pignero e il dottor Mancini, si sarebbe salvato come gli altri.
L'unica maniera di scardinare questa scellerata pagina di storia sarebbe quella di agire allo stesso modo della relazione Feinstein. Sbianchettando nomi e circostanze estranee alla vicenda del rapimento. O sperare che qualcuno a partire dalla signora De Sousa alzi la mano e porti qualche elemento concreto e nuovo.
Difficile che accada visto che ormai vivono tutti felici e contenti ma mai dire mai.


Da segnalare che vice.news da oggi ha una sua versione italiana che al momento sembra uno specchio fedele di quella americana. Magari nel futuro esplorerà maggiormente le vicende di casa nostra e le rendition italiane (Abu Omar non fu l'unica vittima di tortura collegata all'Italia) potrebbero essere materia di indagine giornalistica.

Interessante si preannuncia l'intervento del dottor Armando Spataro a Pescara il prossimo 17 ottobre in un dibattito su intercettazioni e inchieste giudiziarie organizzato da Repubblica  .
Personaggio a tratti eclettico che si lascia trasportare dalle emozioni specie quando ricorda l'inchiesta su Abu Omar, ma decisamente persona in grado di offrire spunti di riflessione interessanti.

Nessun commento:

Posta un commento