lunedì 7 settembre 2015

Un pezzo di Italia nei cieli del Pakistan

Il nome dato al drone è altamente simbolico.
Il buraq è un animale del paradiso, molto simile ad un cavallo alato e di dimensioni medie, sul quale il profeta Muhammad viaggiò assieme all'angelo Gabriele dopo che questi gli aprì il petto per ripulirne il cuore dalle impurità e riempirgli il torace con un misto di buone qualità caratteriali, dalla sacra moschea della Mecca fino a quella di al Aqsa. E di lì ascese al cielo.
Nel corso del viaggio ebbe occasione di incontrare i profeti che lo precedettero e di vedere cose che a noi umani non è concesso. Si tratta di uno dei miracoli descritti nel Corano arricchiti dalla tradizione delle hadith.

Il drone Burraq è stato prodotto dalla Pak Air Force in collaborazione con numerosi enti pubblici e privati locali, sfruttando la tecnologia offerta dal sistema Falco della Selex Es con la quale il Pakistan raggiunse un accordo attorno al 2006 . Si tratta di un drone che svolge funzioni di ricognizione e come tale è stato usato finora visto che per diversi anni al Pakistan è stato negato l'accesso all'acquisto di droni con capacità militari.
Si è molto speculato sulle partnership che hanno permesso di arrivare al drone carico di equipaggiamento armato. Con tutta probabilità si è trattato dei cinesi che collaborano da sempre sia con l'Afghanistan che con il Pakistan poichè hanno molti interessi economici e commerciali nell'area.

Dopo il lancio di prova avvenuto nella primavera di quest'anno, come annunciato oggi dal generale Bajwa c'è stato il primo strike mirato ad un gruppo di militanti nel Waziristan del nord che ha portato all'uccisione di tre di essi.
La scelta del periodo non è casuale.
Circa una settimana fa c'è stata la visita non prevista di Susan Rice presumibilmente per la solita sfuriata circa l'Haqqani network (gli stati uniti accusano il Pakistan di fare ben poco per smembrare il gruppo terroristico). Qualche giorno il generale Dalbir Singh ha affermato che l'India è pronta per guerre brevi e risolutive. E ovviamente senza nominarlo il generale Raheef nel corso di una celebrazione a Rawalpindi oggi ha parlato di "unbearable cost of war".
Il drone è stato la ciliegina sulla torta.
Purchè la war on terror proceda spedita vanno bene anche queste piccole schermaglie.

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