lunedì 7 settembre 2015

Rivincite (due su tre)


La replica messa a punto da Pansa è articolata e netta nel ribadire che nessuna norma è stata violata, anzi sono state «seguite le procedure stabilite» perché «sono 30 mila gli irregolari già identificati con la registrazione delle impronte digitali e altrettanti i richiedenti asilo che si sono sottoposti al fotosegnalamento». Effettivamente mancano all’appello 30 mila persone, ma sono coloro che anche in tutti gli altri Stati europei tengono lo stesso atteggiamento negativo. Vale a dire: chiusura dei pugni proprio per evitare che si potesse arrivare all’accertamento della loro identità e in caso di forzatura resistenza ai pubblici ufficiali «costretti a fermarsi per evitare che la situazione possa degenerare». Il motivo è noto: in base al trattato di Dublino, chi chiede il riconoscimento dello status di rifugiato deve rimanere nel Paese di primo ingresso fino all’esito dell’istanza. Un’eventualità che molti - in particolare eritrei e siriani - cercano di evitare in ogni modo, visto che la loro meta finale è il Nord Europa ma anche gli Stati Uniti.
corriere

La Sarzanini è la dimostrazione che tutto nella vita può cambiare.
Una volta un uomo bello e abbronzato le negava una informativa su questioni di sport.
Oggi lei riceve le missive del capo della polizia direttamente dal suo ufficio.
L'uomo abbronzato e bello invece è costretto a nascondersi sotto una montagna di sacher.
Ed è anche terribilmente invecchiato.

Però non è solo la Merkel o l'Easo che lo dicono.
Ci sono giornalisti stranieri che vengono apposta per agganciare poliziotti compiacenti e farsi raccontare come e perchè vengono lasciati andare.
Quattro foreign fighters quattro abbiamo e scappano tutti in Siria.
Sarà un caso ?
Qui non è questione di letterine ma di stabilire una linea di condotta e seguirla.

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