mercoledì 16 settembre 2015

Conoscenza a doppio taglio

L’elemento più straordinario delle analisi che sarebbero state modificate dai vertici dell’intelligence militare è che in fondo tutti sapevamo che le millantate vittorie nei territori di guerra in area siro-irachena erano la solita operazione di propaganda del governo americano.
La conoscenza è influenza ama ripetere il direttore del Dis ad indicare l’importanza dell’accesso alle informazioni da parte del cittadino. Ai tempi di internet purtroppo questo concetto è inteso maggiormente nella sua accezione negativa poiché la manipolazione della rappresentazione della realtà permette di influenzarla in direzioni spesso opposte agli interessi della comunità e quindi proprio del singolo cittadino.
Oramai siamo talmente assuefatti a certi giochi e soprattutto agli americani che dai tempi della guerra in Vietnam gonfiavano le vittorie con un numero di morti eccessivo sino ai giorni nostri quando Bush padre se ne andava in giro con la ragazzina kuwaitiana a raccontare la storiella delle incubatrici violate dai soldati di Saddam, che non abbiamo fatto caso all'ennesima marachella.
O meglio. Non ne abbiamo fatto un caso.
E il problema è che come al solito adesso tutta questa faccenda si trasformerà in un semplice casus belli ad uso e consumo della politica.
Da un lato c’è l’intera comunità di intelligence (non solo i cinquanta analisti in rivolta o i due che avrebbero firmato la denuncia) in rotta di collisione con l’amministrazione dall’iniziò della guerra quando cioè Obama riversò su di loro le colpe delle errate valutazioni sulla situazione irachena prima della svolta a favore di Daesh.
Il rapporto pare essersi ulteriormente deteriorato in seguito alla liberazione di Pollard che è sembrato quello che è. Uno schiaffo alla dignità degli agenti e della istituzione.
Questo scivolone ulteriore potrebbe trasformarsi in un terremoto perché innanzitutto c’è in ballo una guerra tra le più difficili ed onerose. E poi si presta ovviamente alle strumentalizzazioni politiche. James Clapper ha incontri giornalieri con il direttore dell’intelligence militare .
Possiamo credere che Obama anche questa volta non sapesse nulla ? Una storia che in partenza è una miniera d’oro per i suoi oppositori.

Il punto vero e proprio della questione è l’uso dei dati che viene fatto dai singoli governi.
Quando Matteo Renzi svelò in televisione che i nostri servizi avevano contribuito all’identificazione di Jihadi John lo fece in fondo per esaltare il corso del suo governo e non tanto l’operato dell’intelligence. Quando un membro del Copasir su un giornale politicamente a lui vicino rivelò la storia del sito justpaste che secondo la sua versione apparteneva ad Isis, lo fece approfittandosi del fatto che il lettore medio italiano non va sui siti inglesi quindi non poteva sapere come stavano le cose e che comunque quelle informazioni che gli venivano veicolate non provenivano di certo dai servizi pur pensandolo visto il ruolo rivestito dall’intervistato il quale aveva evidentemente come scopo quello di innalzare il livello della tensione più che di rendere la gente consapevole e partecipe della sicurezza nazionale.

Mike Morrell in merito alla vicenda delle analisi adulterate ha dichiarato che mai un analista è stato vittima di un’interferenza così grave e che quindi qualcuno ai piani alti deve per forza pagare. Parla così proprio lui che fu costretto a dimettersi proprio a causa di una interferenza e non da poco.
Quello che non convince di certe argomentazioni a difesa del proprio operato e di queste ribellioni a tempo è il fatto che quando torna comodo lasciarsi sfruttare o manipolare il frutto del proprio lavoro allora nessuno parla. E in Italia i nostri servizi sono maestri in questo.
Quando però si arriva al limite del rischio allora si grida al lupo al lupo.
Sarebbe bene forse fare un esame di coscienza e stabilire a priori una linea di condotta generale.

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