domenica 2 agosto 2015

Shape of my heart (that's not the)

C'è un punto sul quale nessuno ha sollevato dubbi in questi giorni in relazione alla scomparsa della pen drive di cui si sarebbe servito Michele Zagaria fino a pochi istanti prima dell'ingresso degli investigatori nel bunker dove egli si nascondeva.

L'intercettazione ambientale trascritta nell'ordinanza dell'operazione Medea conclusasi un paio di settimane fa, ci ha fornito il dettaglio sulla forma particolare (a cuore) e le modalità attraverso le quali il dispositivo sarebbe stato soggetto ad alcuni passaggi di mano che l'avrebbero sottratto all'attenzione degli investigatori e al successivo sequestro.
Ma il mero dato tecnico, ovvero che sul computer Asus di Zagaria era stata riscontrata l'attività di una chiavetta e che quindi questa era andata in qualche modo persa, doveva essere in possesso degli inquirenti già dalle prime settimane del 2012.

Pur non potendo incrociare questo elemento con quello proveniente dall'ambientale che era riferita ad un'altra indagine e che con tutta probabilità fu trascritta dopo l'estate (i dialoghi risalgono al maggio del 2012) si sarebbe potuti partire con alcune ipotesi investigative.
La chiavetta potrebbe essere stata persa nel corso della distruzione del bunker.
Il gip dell'ordinanza Medea esclude che ciò sia potuto accadere dato che l'ambiente fu preventivamente passato al setaccio dagli investigatori in cerca di ulteriori prove.
Ma abbiamo toccato con mano qual era l'atmosfera di euforia e confusione che circondò l'evento.
All'itala maniera si portò fuori Zagaria a favore di telecamere circondato da una folla immensa mentre sarebbe stato opportuno isolare le aree dove il boss transitò a piedi tra il bunker e il carcere passando per la Questura.
Paradossalmente il boss si sarebbe potuto liberare della pen drive anche in quei momenti.
Le cavità corporee sono un prezioso rifugio.
Dai resoconti giornalistici abbiamo saputo inoltre che oltre ai magistrati e agli investigatori nella casa erano presenti gli stessi giornalisti.
Nelle fasi preliminari di una indagine non si può escludere nessun dubbio o indiziato.
Pare di capire tra l'altro che anche le immagini registrate o i fotogrammi a disposizione non fossero completi ovvero non esista un girato a tutto campo e continuo nel tempo.
Da una lettura veloce dell'ordinanza (disponibile in rete) non mi pare che emergano ragionamenti in tal senso.

Leandro Del Gaudio giorni fa scriveva che il procuratore di Napoli avrebbe rassicurato la commissione anti-mafia sul fatto che sarà avviata una indagine minuziosa.
Ma da quel 2 Gennaio 2012 in poi e indipendentemente dall'inchiesta Medea cosa è stato fatto ?

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