martedì 18 agosto 2015

Raccolto subito

Una fonte confidenziale raccolta dai servizi segreti che parla di un progetto di attentato ai danni di Lucia Borsellino. Un piano ordito probabilmente da Cosa nostra, ma non solo, per vendicare i tanti arresti e sequestri di beni subiti in questi anni. Una sorta di prova di forza per dimostrare a tutti la vitalità dell’organizzazione e di ambienti criminali-affaristici ad essa legati. L’allarme è stato subito raccolto dagli investigatori palermitani e nel giro di poche ore il ministero dell’Interno ha assegnato la scorta alla figlia del giudice massacrato in via D’Amelio.
gds

I contorni così descritti sarebbero credibili se non fosse che da anni ormai ci dicono che pur essendo ancora pericolosa, la mafia non è più quella di una volta.
Ovvero talmente ben strutturata e compatta da concepire una nuova stagione stragista.
E che le cose stiano così ce lo conferma il fatto che gli inquirenti inneggiano alla cattura di Messina Denaro più in funzione propagandistica che come fosse veramente il terminale della mafia così come lo erano i Riina e i Provenzano.
Che la dottoressa Borsellino costituisca un simbolo o almeno un bersaglio, anche questa è questione controversa.
Rispetto al resto della famiglia si è tenuta in disparte in maniera dignitosa. Non si è mai lanciata in comizi inutili nè si è fatta strumentalizzare dalla politica dei pollai siciliani.
Però non è mai riuscita ad essere particolarmente incisiva nemmeno nel suo ruolo di amministratore pubblico.
Al di là dei presunti freni che la sua attività avrebbe subito, non ha lasciato un segno anche quando era un semplice dirigente.
Quindi tutta questa storia suona abbastanza strana.
Bisognerebbe accertare comunque se è stata messa in piedi dalla stampa, dal governo o da chi.

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