martedì 18 agosto 2015

Dal sexting al flashing

It was quite distressing. I felt quite violated. I was worried about the motives of the person sending it but also what they might do next, if they could go on to do something worse.
What’s the next stage from sending a naked photograph to a stranger? What’s next? That’s what was concerning me.

La diffusione di immagini a sfondo sessuale attraverso i classici servizi di messaggistica telefonica non rappresenta di per se una novità. Anzi. Potremmo tranquillamente dire che il porno virtuale è quasi diventato la ragion d’essere degli smartphone e degli android.
E qualsiasi donna (o anche uomo) che accede giornalmente a facebook o si serve di applicazioni quali Tinder, è consapevole del fatto che prima o poi verrà bombardato da qualche immagine di nudo.

L’insidia del flashing attuato tramite bluetooth prima e wi-fi in seguito, sta nel fatto che non c’è bisogno di scaricare le immagini.
Per comprendere la diversità dell’impatto emotivo generato dal cyber-flashing rispetto al sexting dobbiamo ricondurre gli eventi ad uno scenario reale. Dobbiamo cioè immaginare di percorrere la via che abitualmente seguiamo ogni giorno per andare al lavoro e che qualcuno all’improvviso ci sbatta in faccia un giornale pornografico oppure ci baci o ci tocchi il seno.
La stessa strada, alla stessa ora, le stesse persone che normalmente costituiscono una piccola frazione abitudinaria del nostro vissuto quotidiano all’improvviso si trasformano in un pericolo.
E’ quello che è accaduto a Lorraine che ha commesso l’imprudenza di lasciare aperto il suo Airdrop mentre andava al lavoro in metro e non ne limitava l’accesso ai soli contatti. Quindi chiunque fosse nel giro di dieci metri di distanza ha potuto inviarle le foto del suo pene.
La consapevolezza della vicinanza è quello che probabilmente l’ha sconvolta.
Avendo rigettato entrambi le immagini ricevute non appena ha dato un'occhiata al preview, per la polizia del british transportation non è stato possibile nemmeno avviare una indagine tecnica ed è tuttora difficile immaginare, essendo questo il primo caso denunciato, sotto quale legge potrebbe essere punibile.
Però secondo il responsabile della polizia londinese, se si riuscisse a collezionare immagini dalle telecamere di sorveglianza e a raccogliere le testimonianze di persone che si trovano nella stessa area, si potrebbe costruire un caso da portare in tribunale applicando le sanzioni derivanti dalla normativa relativa alle molestie sessuali.
E’ stato importante comunque lanciare l’allarme in modo che anche i produttori allertino i propri clienti ad usare le app. con maggior cautela.

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