domenica 23 agosto 2015

L'ultimo ordine del capo

Da Ultimo, vi saluto nella certezza che senza mai abbassare la testa, senza mai abbassare lo sguardo e senza mai chiedere nulla per voi stessi, continuerete la lotta contro quella stessa criminalità, le lobby e i poteri forti che le sostengono e contro quei servi sciocchi che, abusando delle attribuzioni che gli sono state conferite, prevaricano e calpestano le persone che avrebbero il dovere di aiutare e sostenere.
Onore a tutti i Carabinieri del Comando per la Tutela dell’Ambiente.

il fatto quotidiano 21 agosto 2015


Nel corso del processo per il rapimento di Abu Omar venne fuori che un funzionario interpellato dal capocentro Sismi per partecipare all’operazione si rifiutò di prendervi parte e per questo motivo sarebbe stato trasferito ad altro incarico.
Questo fu uno degli episodi che fece guadagnare al doppia emme la fama di vendicativo.
Secondo me invece il dottor Mancini in quella occasione fu sin troppo flessibile.
Quell’uomo andava cacciato su due piedi. Anzi con due. A calci.
Non si può mettere in discussione un ordine quando si lavora per un servizio segreto militare.
Si mette a repentaglio la sicurezza nazionale e quella dei colleghi.

Da notare la differenza nei toni e nella sostanza tra il messaggio del colonnello De Caprio e la lettera che Vittorio Pisani scrisse ai suoi uomini all’indomani della notizia dell’inchiesta che lo aveva colpito, esortandoli così a collaborare con gli inquirenti nel massimo rispetto delle regole.
Di sicuro l’ex capo della mobile voleva scongiurare un ulteriore inasprimento delle tensioni esistenti tra procura e Questura che avrebbe potuto nuocere gravemente alle indagini e ad un eventuale processo.
Però oltre ad essere conosciuto come abile stratega, Pisani è apprezzato soprattutto per la sua correttezza . Magari si sarà anche sfogato con gli amici più intimi ma non gli sarebbe mai venuto in mente di affidare certi pensieri ad esternazioni che prima o poi sarebbero diventate di pubblico dominio.
Un funzionario del suo calibro sa benissimo che basta una scintilla ad accendere gli animi di chi lavora ogni giorno per uno stato spesso assente.
E che queste scintille mettono in pericolo l'intero sistema.

A chi indossa una divisa non è richiesto di fare il don Chisciotte.
Non è compito suo. Il fine “ultimo” è sempre quello di ubbidire agli ordini per far si che il sistema non crolli.
Se qualcuno dopo tanti anni di servizio fatto di gloria ma anche di amarezze non ha ancora ben chiaro questo concetto e parla di servi sciocchi ai suoi uomini, forse è meglio che si faccia un esamino di coscienza e valuti con tutta serenità se per lui quella divisa non sia diventata ormai un ostacolo più che un ideale da servire ed onorare.

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