domenica 2 agosto 2015

La pista italiana che torna a galla all'improvviso

All'indomani degli attacchi terroristici di Mumbai del Novembre 2008 la polizia indiana in virtù del trattato di mutua assistenza legale con gli Stati Uniti inviò al laboratorio forense di Quantico dell'Fbi tutto il materiale raccolto sulla scena dell'assedio durato tre giorni.
Si trattava in particolare di dispositivi per comunicare costituiti da apparecchi satellitari, sistemi gps e anche di registrazioni delle comunicazioni avvenute tra gli attentatori e i loro mandanti.
Nel corso dei mesi successivi le indagini si dipanarono su varie sponde e accertarono che il servizio Voip usato per comunicare poggiava su una piattaforma statunitense. Esso era stato pagato dal Pakistan e non dall'India come si poteva supporre dai dati del richiedente.

Il pagamento effettuato a nome di Iqbal Javaid il giorno prima dell'attacco proveniva da Brescia. Girate queste informazioni alle autorità italiane, la Digos di Brescia e la procura nel 2009 scoprirono che i titolari dell'agenzia Madina trading avevano effettuato i trasferimenti sul conto della Callphonex usando a sua insaputa i dati di un cittadino pachistano che risiedeva in Spagna.
Operazioni simili erano state ripetute nel tempo e avevano permesso di trasferire parecchio denaro nascondendo i mittenti reali.

Nel frattempo in India le indagini e l'iter giudiziario come al solito procedevano abbastanza a rilento e avevano causato le dimissioni del ministro dell'interno.
I numerosi capi di accusa presentati furono messi assieme con estrema difficoltà vista la complessità del codice penale indiano e l'inadeguatezza della polizia che alla fine realizzò un fascicolo di parecchie migliaia di pagine con accuse circostanziate ma colpevoli a tratti molto vaghi.
Il dito fu ovviamente puntato contro i servizi segreti pachistani e copia dell'atto di incriminazione fu anche consegnata al governo pachistano a mò di protesta.
Nella confusione generale per quel riguardava il capitolo italiano il governo e la polizia indiana acquisirono gli elementi raccolti dall'Ucigos che avevano portato all'arresto di Mohammed Yaqub Janjua titolare dell'agenzia e di suo figlio Amer.
Si parlò anche di richiesta di estradizione ma alla fine non se ne fece niente e il caso sembrò essere stato dimenticato.

Un paio di settimane fa l'Enforcement Directorate che è un organo altamente specializzato in investigazioni di tipo finanziario (frodi, riciclaggio, terrorismo) ha fatto scattare una ordinanza di incriminazione contro Firdous Ahmad Shah e Yar Mohammed Khan rispettivamente leader e vice di un movimento separatista che aderisce ad un raggruppamento politico del Kashmir denominato Hurryat Conference .
Secondo l'accusa i due avrebbero ricevuto dal 2007 al 2010 un cospicuo finanziamento usato per compiere atti terroristici proprio attraverso il sistema di money transfer (300 operazioni in totale) attivato dal Madina Trading di Brescia a nome di Javed Iqbal.
Oltre al fatto che si torna a parlare di questa vicenda a distanza di svariati anni, che l'indagine sia significativa lo si deduce dalla circostanza che si tratta della prima del genere ad essere giunta fino ad un tribunale e che il ministro dell'interno ha chiesto in maniera ufficiale all'ED di essere messo al corrente dei dettagli.

Su Firdous Ahmad Shah, che intervistato ha ammesso di essere spesso destinatario di wire transfers ma di non usare il denaro per scopi illegali,  e sul suo movimento pendono da tempo sospetti di legami e finanziamenti a gruppi terroristici e soprattutto di collaborazione con i servizi segreti pachistani.
Non si è mai infierito più di tanto su Shah perchè si tratta di un personaggio molto carismatico che ha presa sui giovani. Accanirsi contro di lui equivarrebbe a scatenare l'inferno.
Si cerca di tenerlo sotto controllo e ogni tanto lo si confina in casa e gli si toglie il passaporto.
Questa volta però si ha l'impressione che le autorità vogliano fare sul serio.
Anche se è da parecchi anni che la polizia indaga  su casi simili non andando oltre la registrazione di un semplice Fir (documento che attiva una indagine in seguito ad accertamento di attività criminale) pare strano che si sia andato a ripescare un filone così antico e particolare.

Chissà se dall'Italia è giunto qualche input nella speranza che questo "quasi favore" incida su qualche vicenda che ci sta a cuore.

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