"We're concerned about Zahera and her four children and we're doing all we can to work with our partners and colleagues both here and abroad to try and locate them and make sure they are all safe and well.
"Whilst we do have some concerns that Zahera may be thinking of travelling to Syria, there is no current information to suggest that she's already travelled there. Her family are extremely worried about her and her three sons and daughter and we would urge anybody with information to contact us as soon as possible."
Commander Richard Walton, from the Met's Counter Terrorism Command
In un bell'articolo di qualche anno fa che illustrava nel dettaglio la casistica italiana, Claudio Galzerano asseriva che la ragione principale per la quale le donne si uniscono alla jihad è una sorta di riscatto dalla loro condizione di sottomesse o per lo meno dalla funzione marginale che avrebbero in seno alla famiglia.
In realtà il ruolo che le donne hanno da sempre nelle battaglie dei fondamentalisti è quello di coordinamento, raccolta di fondi, propaganda, insegnamento.
Ovvero il ruolo assegnato loro da Allah 1400 anni fa senza bisogno di battaglie di emancipazione.
Aisha, una delle mogli del profeta, è stata la prima insegnante musulmana. Un modello per tutte noi. Insegnava il Corano e spiegava i detti del profeta .
Purtroppo specie ai giorni nostri, la religione costituisce spesso solo una parte dei comportamenti seguiti dai musulmani. Il resto deriva prevalentemente da tradizioni culturali.
L'oppressione a cui parte delle donne musulmane sono soggette è infatti frutto di strumentalizzazioni umane.
Quindi quella funzione di facilitatrici dell'attività fondamentalista che viene loro assegnata, è percepita come un ritorno alle origini cioè come una più stretta osservanza delle regole islamiche.
A quel punto non si rendono più conto della differenza tra maggiore adesione alla religione e radicalizzazione.
Le parole accorate del comandante Walton sono l'espressione di un approccio generale della polizia inglese che è più inclusivo e meno "sbirresco" rispetto ad altre.
In Inghilterra così come in altre nazioni del nord Europa non è raro che i poliziotti si rechino a fare gli auguri prima e dopo il ramadan e abbiano incontri settimanali per discutere le problematiche delle comunità esortandole così a segnalare qualsiasi tipo di criticità o bisogno.
Tra le varie iniziative allo studio dell'antiterrorismo inglese c'è quella di servirsi anche dei foreign fighters di ritorno e di quelli che sono in carcere per costruire una contro-narrativa in opposizione a quella di Daesh in modo da ottenere un impatto ancora più forte per conquistare i cuori e la collaborazione dei musulmani inglesi.
Ma soprattutto Walton ha messo l'accento sul pericolo di radicalizzazione nelle carceri.
Visto che alla fine i tempi di detenzione sono relativamente brevi, il comandante della sezione anti-terrorismo vuole inserire i soggetti a rischio di recidiva in programmi di riabilitazione per poi sfruttarli nel dialogo con le comunità islamiche.
Rispetto alla precedente ondata terroristica adesso c'è l'esigenza di portare intere famiglie nelle zone di guerra per costruire una comunità.
Fondamentalmente il ruolo delle donne rimane lo stesso.
La fuga di Zahera con i suoi quattro figli segue purtroppo un copione calibrato.
Nessuno in famiglia o tra gli amici ha avuto sentore delle sue intenzioni.
Il comportamento del jihadista in partenza è del tutto simile a quello del bambino caduto nella rete di un pedofilo.
Dapprima viene indotto a sviluppare un senso di distacco e rancore nei confronti della famiglia e della comunità alla quale appartiene e in seguito cementa il rapporto con il suo carnefice imparando a nascondere la propria dipendenza da lui.
Al momento non si hanno ancora notizie della famiglia in fuga.
Il percorso seguito dovrebbe essere il classico Inghilterra-Olanda-Turchia.
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