sabato 29 agosto 2015

Consigli

I carabinieri non gli credo- no e consigliano a Lidia di «non andare da sola in Siria, per evitare di trovarsi in una situazione di criticità per la sua libertà e incolumità personale». Il sospetto - si legge nell’informativa inviata alla procura di Belluno e al Ros di Padova - è che possa trattarsi di una trappola orchestrata dal tunisino «che potrebbe volerla indurre a recarsi in Siria ove sarebbe costretta a sottostare a dettami sociali e religiosi che in Italia non possono esserle imposti». 
 A malincuore, Lidia è quindi costretta a rinunciare a quella che, a otto mesi di distanza dal rapimento di suo figlio, appariva come l’unica possibilità di riabbracciare Ismail. corriere veneto

Quando passo dalle notizie sul terrorismo internazionale dei Paesi anglosassoni al nostro devo prendermi una pausa e tirare un sospiro sennò lo shock è troppo .

Ma organizzare una sting-rescue operation parrebbe male ?
Non è semplice però a che serve l'antiterrorismo, solo a beccare ragazzini che giocano a fare la guerra su internet ?
La questione al solito è politica.
Quel bimbo non è italiano e non è un marò quindi non costituisce fonte di voti o tessere sindacali.
Anche ci fossero le condizioni per tentare di liberarlo nessuno ci proverebbe.

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