È Sensi che divulga la Mogherini lacrimante, nominata rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. È Sensi che occulta gli spostamenti di Renzi per impedire che le contestazioni siano strutturate in anticipo. È ancora Sensi, a Parma per la campagna elettorale o altrove con la medesima sagacia, che pubblica su Twitter la fotografia di una piazza deserta, di un viale semivuoto per irridere chi protesta. Come a dire, e Renzi poi lo dice davvero, “non ci spaventiamo per tre fischi, tre uova, tre petardi”. Ogni manifestazione del fiorentino deve alimentare l’epopea dell’uomo forte al comando. Sensi ha insegnato ai praticanti del mestiere il prontuario del comunicatore innovatore e onnisciente. Ha tenuto lezioni per Maria Elena Boschi e colleghi. Quando la ministra ha telefonato a Lucia Annunziata per sindacare su di un pezzo dell’Huffington e reclamarne la rimozione, Nomfup l’ha redarguita. Poi uno scaltro portavoce ha affiancato
la Boschi.
Tecce ilfattoquotidiano via dago
Effettivamente per sopravvivere in questo Paese basta affidarsi ad ex-sbirri ed ex-paparazzi.
Gente che sa come mandare avanti un business.
Sensi fa il suo lavoro e anche bene.
Deve vendere un prodotto ovvero un governo che ha ereditato un'Italia a pezzi e stanca delle vecchie politiche.
Quindi deve per forza di cose affidarsi a personaggi nuovi più o meno competenti.
Togliamoci dalla mente che prima o poi nascerà un nuovo Andreotti.
La fabbrica degli statisti è ormai fallita.
Nell'era di internet il portavoce paffutello con la fissa del modello inglese è quanto di meglio Renzi potesse sperare di accaparrarsi.
Quello su cui ancora Filippo Sensi deve lavorare è trasformare Matteo in un politico a tutto tondo.
Convincerlo a dare un taglio ai modi alla Mussolini che magari potevano tornare utili come sindaco di Firenze ma non fanno un capo di governo o di partito.
Tempo fa Carlo Delnevo chiese che fosse intitolato un monumento al figlio.
Non credo che Giuliano nemmeno lo volesse.
Però lo strazio di un padre che vede additato il proprio figlio come il peggiore dei delinquenti quando in fondo in animo aveva semplicemente il desiderio di combattere per la giustizia e la libertà, forse lo spinse a fare questa richiesta.
Renzi rispose, e giustamente per evitare emulazione, in maniera negativa.
Usò però una espressione infelice.
Disse che non gli avrebbe intitolato nemmeno un giardinetto.
Un capo di governo non può permettersi di rivolgersi alla gente in questa maniera.
Specie se è egli stesso padre.
Tra i tanti che oggi gli addossano la colpa del pasticciaccio Touil ci sono soprattutto i musulmani italiani che si sono sentiti offesi da quella frase.
Filippo Sensi deve calibrare queste cadute di stile che rischiano di corrompere anche la sostanza facendo arrivare il messaggio sbagliato.
Se comunque ha meritato un articolo in grande stile da il fatto, vuol dire che ha stoffa.
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