domenica 24 maggio 2015

Al netto

"Speriamo che questo non complichi la situazione. Io credo che l'Italia debba insistere nel perseguire una soluzione negoziale e diplomatica e continuare, come fa da un anno, a favorire il dialogo interno alle fazioni, per giungere ad un governo di unità nazionale. Al netto della presenza terrorista, la Libia è un paese unificato da 80 anni. Purtroppo questa situazione è nata da una forzatura esterna, e non certo dal popolo libico. Ora dobbiamo trovare nuove soluzioni diplomatiche. E l'Italia, sul fronte politico e su quello dei migranti, deve essere aiutata dall'Europa".
de scalzi eni via repubblica


Umberto Saccone sicurezza Eni


Qualche settimana fa un editorialista di quotidiano nazionale del gruppo monrif si chiedeva se per risolvere la questione libica non bastasse agire nello stesso modo di Eni.
Ovvero scendendo a patti con i miliziani .
Prendiamo atto della smentita del colosso petrolifero e non possiamo non ipotizzare che dietro l'articolo del wall street journal ci fosse una regia interessata però per come vanno le cose in Africa e in base ai meccanismi che regolano certi settori, una sorta di trattativa sia in tempi di pace che di guerra per forza deve essere in atto.
Ora una cosa è mettersi a trattare per un certo lasso di tempo e su determinate questioni.
Altro è farlo su scala nazionale e a lungo termine.
Lo stesso De Scalzi che spinge per una soluzione politica mostra come le manovre di Eni siano molto pericolose e valide come soluzione a termine in attesa che il quadro si sbrogli.
Purtroppo il giornalismo italiano poco mastica di questioni di geopolitica e di sicurezza e si accontenta della bacchetta magica.

Che poi in fondo non facciamo già tutto quello che Eni fa o meglio non è la stessa Eni che detta la politica estera al governo ?
Dovevamo dar man forte a Putin e al suo gasdotto e lo abbiamo fatto, salvo poi annullare tutti gli accordi.
Nel frattempo ci siamo inimicati l'Europa e Obama.
Queste sono cose che si pagano alla fine su altri tavoli.
Bisognava aiutare i ribelli contro Gaddafi e gli abbiamo inviato un arsenale sottobanco (sintetizzo le notizie di stampa). E oggi questi stessi ci minacciano di mandare i terroristi sui barconi.
Dobbiamo prenderci il petrolio curdo e allora spendiamo milioni a paccate in articoli e interviste strappalacrime per indorare la pillola attraverso le amazzoni curde.
Inviamo anche armi ma Daesh è ormai alle porte di Baghdad.

Sarà forse meglio elaborare una politica estera italiana ed imporla ad Eni ?

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