martedì 28 aprile 2015

#IostoconMatteo



Ieri Rosy bindi esprimeva il proprio dissenso per il modo in cui Matteo Renzi sta portando avanti la battaglia sull'Italicum e più in generale per come gestisce lo sviluppo delle dinamiche interne al partito democratico.
Politico capace ed equilibrato, la Bindi proviene da una scuola antica che le ha insegnato ad usare tutti gli strumenti messi a disposizione dalla democrazia per realizzare gli obiettivi necessari a traghettare il Paese verso un destino solido e migliore.
Primo fra tutti quello così importante della legge elettorale.
Eppure mentre parlava in maniera lineare e logica illustrando i motivi per i quali lei preferisce arrivare alla fine della legislatura piuttosto che seguire il pensiero renziano del "se non passa l'Italicum si va tutti a casa" non si poteva non pensare che lei in fondo è parte di quel folto gruppo di bastian contrari che non perde occasione per lamentarsi però poi non si decide mai a fare il grande strappo.
E la ragione è molto semplice.
Un partito di transfughi o qualche circolo di dissidenti non formerebbero altro che piccole coalizioni da prefisso telefonico senza alcun potere di negoziazione con la maggioranza che comunque resterebbe saldamente in mano a Renzi.
Insomma quello che interessa alla fine è sempre il posto in parlamento.
Con Matteo il partito può sperare di riassestarsi su cifre che vanno dal 30 al 40%.
Senza di lui o separatamente non si va oltre il venti o forse meno.

E questo la piazza l'ha capito e lo sostiene.
Che in fondo il decisionismo del presidente del consiglio è animato anche da interesse personale ma soprattutto dalla consapevolezza che alla fine l'uso degli strumenti della democrazia come ama ripetere la Bindi, non è altro che un uso strumentale che ha il preciso scopo di tenersi stretta la poltrona il più possibile senza poi cambiare niente.
La vecchia politica adattata all'Italia di oggi è semplice espressione di egoismo.

Renzi avrebbe detto alla mamma di Lo Porto che in comune avevano l'età.
Forse anche qualcosa di più.
Entrambi si erano accorti di quanto questa Italia sia un pò vecchia e anche inadeguata.
Giovanni è andato lontano per sentirsi più vivo e cittadino del mondo.
Matteo ha deciso di cambiare il Paese per evitare che troppi vadano via lasciandolo alla deriva.
Due uomini all'apparenza diversi accomunati da uno stesso sogno che merita di essere realizzato.
Con o senza Rosy Bindi e gli altri.

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