«C’è ancora tanto da fare. La missione deve essere potenziata, servono soldi e militari. Ho chiesto altri soldati, sto ancora aspettando. Sono un ufficiale operativo, abituato a stare insieme ai miei uomini e conosco le loro necessità. Posso dire di avere sempre gli stivali sporchi di sabbia, perché mi piace stare sul campo», ha detto Mingiardi poco prima di venire rimpiazzato – pare con un discreto anticipo rispetto ai tempi stabiliti – dall’alpino Antonio Maggi. di feo l'espresso
Il comando affidatogli era di un anno e infatti la sua reggenza si è chiusa attorno al dieci marzo.
Poi è rimasto per qualche settimana dopo l'insediamento di Maggi ma i tempi sono stati rispettati.
Il problema è che Massimo Mingiardi oltre ad essere intelligente è anche una persona onesta quindi sa in che consiste la porcata (excuse my french) delle missioni internazionali.
Da quando è arrivato a Mogadishu non ha perso occasione per far sapere attraverso i media italiani ed internazionali che i mezzi messi a disposizione dell'esercito che lui e i suoi uomini dovevano addestrare erano largamente insufficienti.
E sicuramente avrà fatto presente la stessa cosa agli organi competenti.
Un soldato rompiscatole non è gradito.
Si va in questi Paesi che noi per decenni abbiamo contribuito a far diventare dei cimiteri ambulanti, per dirgli che è tempo di rimettersi sul binario della democrazia.
E gli forniamo tutti quei mezzi che alla fine dovrebbero permetterci di essere in controllo della situazione.
Allo stesso tempo mandiamo addestratori e armi per quella parte di esercito e servizi segreti che devono catturare e torturare i terroristi.
Siamo fautori di una strana idea di democrazia.
Si parla tanto delle meraviglie dell' information sharing ma quanto siamo complici noi nell'uccidere i civili con i droni in Yemen, Afghanistan e altri posti ?
Alla fine dire che siamo impegnati nella lotta al terrorismo è ipocrisia pura.
I campi di addestramento dei terroristi sono un nostro investimento permanente.
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