Il 18 febbraio, infatti, a Roma si è tenuto un convegno sul terrorismo: “Stato islamico e minaccia jihadista: quale risposta?”. Un dibattito di grande interesse, al quale ha partecipato anche il sottosegretario Minniti, ma è da raccontare la genesi dell’evento. Il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica ha affidato l’organizzazione del convegno alla fondazione Icsa dietro un corrispettivo economico di 12.500 euro più Iva. Nulla di segreto, quindi, a differenza dei contributo della Cpl Concordia. Ma resta il fatto che ci sono soldi pubblici destinati a finanziare una fondazione di diritto privato.
luca testori il fatto
Ma perchè qualcuno crede ancora che in questo Paese le informazioni che vengono veicolate attraverso fondazioni che si occupano di geopolitica e stampa più o meno amica siano veritiere e non influenzate dalle istituzioni interessate ?
C'è qualcuno che ancora crede a tutto quello che ci viene raccontato sul terrorismo ?
O che una riforma e una inchiesta del Copasir abbiano realmente cambiato certi meccanismi di antica memoria ?
Giorni fa un cittadino pakistano residente in canada è stato arrestato e contro di lui è stato formulato un ordine di espulsione.
Non ci sarà un processo perchè evidentemente le prove raccolte dalla polizia, tra l'altro nemmeno presentate dal procuratore, non sono sufficienti per una incriminazione.
La stampa canadese si è chiesta se tutto ciò sia legale ovvero espellere un cittadino straniero senza sapere esattamente il perchè e negandogli un giusto processo.
Qui da noi non passa giorno senza che il ministro ci faccia presente che c'è stata una espulsione e nemmeno fornisce molti dettagli però nessuno si chiede cosa sia effettivamente accaduto.
Questo è il danno principale che una catena ininterrotta tra servizi, governo e think tank produce.
Impedisce ai cittadini di pensare. Di farsi delle domande.
Accade anche in America ma su cento fondazioni ce ne sono almeno dieci libere.
C'è possibilità di scelta.
Da noi manca anche la possibilità.
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