domenica 1 marzo 2015

Torture a richiesta

“The people in London went back on the phone two or three times to where the interrogation was taking place in Riyadh to find out specifically where the bomb was hidden. There were two Britons there, in immediate communication with where the interrogation was taking place, and as soon as anything happened, they were in touch with the UK. It was all done in real time.” 
theindependent

Sir John Sawers che da quando ha lasciato i servizi inglesi si è rivelato oratore prolifico (complice forse la moglie che ricordiamo poco riservata e consapevole del ruolo quando espose le foto delle vacanze della famiglia su facebook) ha reso noto un particolare dell'operazione che ha evitato lo scoppio delle bombe sulla rotta Yemen -America (quelle del famoso al Asiri specializzato in esplosivi liquidi o polverosi piazzati nelle cavità anatomiche più improbabili dell'essere umano).

Finora sapevamo, anche se trattasi di versione parzialmente smentita dalle autorità yemenite che hanno rivendicato la paternità del tip, che Mohammed bin Nayef allora ministro dell'interno telefonò a Brennan in America per comunicargli i dettagli di una soffiata ricevuta circa l'esistenza di quelle bombe.

Oggi l'intelligence inglese ci informa su come quelle notizie vennero ottenute.
Appena si seppe di un piano generico di attentato una squadra in Arabia Saudita chiese ai funzionari locali responsabili delle torture di vedere se c'erano detenuti che potessero fornire particolari.
Da lì spuntarono fuori numeri dei voli e codici dei pacchetti Ups.

Sir John Sawers ha voluto sottolineare quanto poco concreti siamo noi che critichiamo le rendition.
E soprattutto ha puntato il dito contro l'inconsistenza di chi pontifica senza aver vissuto quei momenti di tensione in cui le decisioni vanno prese all'istante perchè ci sono in gioco migliaia di vite

A dispetto della tragicità degli eventi c'è anche un lato comico nell'immaginare questo detenuto che viene picchiato a comando non appena arriva la telefonata di un servizio di intelligence straniero.
Ma al netto delle informazioni che possediamo oggi, pare più credibile la versione costruita nell'arco degli anni.
Che cioè quel bagaglio di nozioni così precise e ottenute in tempi strettissimi furono il frutto dell'attività di un ampio plotone di agenti doppi all'interno di Aqap che sia lo Yemen che l'Arabia Saudita mantengono da tempo.

Non si contesta che una emergenza debba per forza di cose essere tamponata con una risoluzione di emergenza ma il fatto che a lungo termine essa diventi parte di una routine che sbarra la strada ad una visione complessiva che possa essere parte di una strategia risolutiva.
Le persone salvate nel 2010 si sono trasformate in migliaia di foreign fighters in partenza per la Siria e in conflitti lunghi e irrisolti che generano ondate inarrestabili di terrorismo.

Nessun commento:

Posta un commento