sabato 28 febbraio 2015

Donne incluse . Hayla e le altre.

Quando la polizia saudita arrestò Hayla al Qusayr per il ruolo giocato negli intrecci criminali di al Qaeda nella penisola arabica, dallo Yemen risuonò forte l'appello dei vertici dell'organizzazione terroristica all'azione : attentati suicidi, omicidi di principi, rapimenti.
Tutto pur di farla tornare libera.

Diceva il profeta Muhammad (pace e benedizioni su di lui) che il paradiso giace ai piedi della madre intendendo che tutto quanto facciamo per lei può essere d'avallo per la vita eterna.
Il rispetto e l'importanza che vengono tributati alla donna in generale nella religione islamica e nelle società che ne seguono gli insegnamenti veri è inestimabile.
Purtroppo ciò accade anche in situazioni controverse quando l'Islam viene sfruttato sotto altre spoglie e fa da mera copertura a disegni perversi.

Hayla è una donna riverita per la sua enorme conoscenza, purtroppo viziata da interpretazioni particolari dei testi sacri.
Si era data molto da fare per diffondere l'ideologia qaedista nella società saudita .
Aveva convinto le amiche a privarsi degli ori raccogliendo quasi trecentomila dollari.
Soldi che erano stati reinvestiti in traffici illeciti.
Dal golfo persico al Caucaso la donna ha sempre avuto un ruolo di spicco nei circoli dei fondamentalisti.
Si occupa della propaganda, della raccolta dei fondi e va a morire nelle missioni suicide.

L'avvento di Daash che con la sua efferatezza e l'abile sfruttamento delle nuove tecniche di comunicazione ha dato un impulso diverso agli scenari di guerra e alle ondate terroristiche ad essi associati, ha posto al centro dell'attenzione non solo la donna ma tutto il nucleo famigliare attorno a lei.
Siamo venuti a conoscenza di ragazzine che dall'Austria e dall'Inghilterra sono partite per la Siria.
Di uomini che hanno portato con se i figli maschi adolescenti.
Di interi nuclei famigliari che dai Paesi del nord Europa tentano di volare verso la Turchia illusi da una vita migliore.
Era giusto che i servizi di informazione nella relazione annuale ponessero alla nostra attenzione questo aspetto inquietante del fondamentalismo moderno che può prendere piede anche qui da noi.

Il ruolo dell'intelligence è quello di prospettare in maniera molto asettica e in base a dati in loro possesso, tutti gli sviluppi possibili in scenari futuri.
Non è certo compito loro nè intenzione, quella di ledere i sentimenti dei famigliari che sono già incorsi in vicende terminate tragicamente in Siria e che si sono sentiti chiamati in causa da questa parte della relazione.
Nè credo che sia piacevole per chi fa il loro mestiere, monitorare un intero nucleo famigliare o un ragazzo per poi perderlo e sapere che è andato a morire a migliaia di chilometri da casa.
Ma è un dovere necessario ad evitare il dolore di tante altre madri che compongono questa nazione

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