Lo scritto non è altro che un adattamento nella nostra lingua di un articolo pubblicato dalla sezione inglese degli Hizb ut Tahrir e non è un caso che la versione italiana si apra con degli apprezzamenti nei confronti di Abu Baraa.
Si tratta di un giovane britannico seguace di quell’Omar Bakri, libanese che ha vissuto per una ventina d’anni in Inghilterra e che fu il fondatore di Hizb ut Tahrir da quelle parti.
Parliamo di una organizzazione politica nata in Palestina negli anni cinquanta le cui aspirazioni iniziali erano quelle di unire i musulmani sotto il vessillo dei principi religiosi.
Man mano che si è espansa in medio-oriente prima e in occidente poi, ha assunto sempre più i connotati di un agglomerato politico di opposizione ai regimi che la ospitavano.
Per questo motivo in svariati Paesi asiatici e africani è stato bannato in quanto aggregatore di derive estremiste molto pericolose.
In Europa per gran parte rimane attivo innanzitutto perché i membri sono molto abili nel non sconfinare dai limiti imposti dalla libertà di espressione ma soprattutto perché, dietro consiglio delle agenzie di intelligence e dei think tank specializzati in materia, non si vuole accendere ancor di più il senso di frustrazione delle seconde generazioni il che provocherebbe reazioni fuori controllo.
Mizanur Rahman al contrario dei suoi cattivi maestri calibra poco le parole.
E' stato arrestato un paio di volte per incitazione all'odio. L'ultima occasione è stata quando ha lodato l'azione degli attentatori di Charlie Hebdo.
Nel passato aveva condannato in maniera decisa i soldati inglesi che partecipavano alla guerra in Iraq.
I suoi messaggi sono diretti anche ai combattenti in Siria invitandoli spesso a rifiutare gli aiuti americani ma a cercare di sostenersi sfruttando qualsiasi altra forma di finanziamento perchè secondo lui tutto è lecito nella jihad.
Considerando che uno dei suoi cattivi maestri è l'Anjem Choudary fondatore del gruppo Sharia4Uk che è una evoluzione di quel al Muhajirun ormai decretato illegale dal governo e creato da Omar Bakri dopo aver abbandonato Hizb ut Tahrir in seguito a dissidi con la leadership internazionale, non è strano che il documento in lingua italiana sia ripreso da Hizb ut Tahrir e citi Abu Baraa.
Choudary è stato presumibilmente istigatore anche di el Abboubi conosciuto come Anas al italy che fu ispirato dal ramo belga di Sharia4 e sarebbe parte del circolo terroristico smantellato dagli investigatori bresciani in questi giorni.
Ma soprattutto in che modo i nostri servizi segreti li stiano monitorando.
E' ormai storia nota e confermata da agenti americani, quella dell'infiltrazione dei servizi inglesi tra le cellule di al Muhajiroon e gruppi simili.
Infiltrazione che sarebbe alla base dei fallimenti dell'intelligence nei casi Lee Rigby e Jihadi John.
In pratica più che infiltrarsi avrebbero lasciato ad alcuni degli elementi di spicco di queste organizzazioni, tra questi proprio Bakri e Choudary, ampio potere d'azione.
Addirittura si parla di loro come dei veri e propri agenti più che di informatori.
Questo avrebbe permesso da un lato di acquisire informazioni su circuiti e meccanismi ma dall'altro di favorirne l'attività che è poi sfuggita da ogni controllo con i risultati che conosciamo.
Un corteggiamento troppo spinto, come lo ha definito qualche giornale inglese.
Viene quindi da chiedersi se in questi anni ma soprattutto nell'ultimo periodo, quello del califfo, le nostre agenzie si siano mosse nella stessa direzione dei servizi inglesi e se abbiano calcolato tutti i rischi.
Bisognerebbe girare la domanda ad un agente segreto dopo avergli fatto però il test Abu Waheb.
Mai fidarsi di un tesserino.



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