lunedì 2 marzo 2015

La prova del nove

Sviluppi delle ultime settimane fanno prevedere una pacificazione dalla quale la Turchia potrà beneficiare non solo in ottica elezioni ma anche per tutto il complesso delle vicende legate al terrorismo internazionale.
Bisogna vedere se il messaggio di Ocalan verrà recepito e come, anche al di fuori del contesto locale.
In generale viene confermata la tendenza dei governi coinvolti in conflitti decennali a risolverli cedendo anche a richieste importanti per far si che questi non siano esacerbati alla luce della nascita di nuove formazioni terroristiche.
Putin che non è molto incline a questo tipo di soluzioni potrebbe comunque trarre indicazioni da Afghanistan e Turchia per ripensare la strategia nel Caucaso basata principalmente sull'innesto di piccoli dittatori locali e scorribande ad hoc di gruppi infiltrati dell'Fsb.

Continueremo a commentare la relazione dei servizi (il plurale maiestatis è d'obbligo per una regina alla ricerca di trono) che quest'anno è particolarmente interessante perchè impostata in maniera più dinamica e moderna.
Daash è stato probabilmente involontario motore di questo sensibile cambio di direzione.

E come ogni anno non può mancare qualche acida critica sempre dettata dall'interesse per le questioni relative alla sicurezza nazionale e dalla stima per tutti coloro i quali sono impegnati su questo fronte.
L'introduzione è particolarmente nutrita.
Un pò troppo lunga forse.
L'impressione è che il destinatario vero fosse il governo in una sorta di rassicurazione tesa a dimostrare che la "ripulita" alla quale la riforma doveva provvedere sta in effetti funzionando.

La parte relativa alle varie aree geografiche di interesse nazionale lascia un pò a desiderare perchè è sviluppata molto a grandi linee .
A parte l'Afghanistan e il sud est asiatico (probabilmente gestito ancora sapientemente dal mitico doppia emme e dai suoi uomini) tutti gli altri Paesi o zone sono tratteggiati in maniera da individuare con difficoltà le reali criticità che possono aprire varchi ai vari gruppi terroristici.
Sarà sicuramente vero che in tutti i teatri sono sempre presenti le famose antenne ma non si riesce ad identificare alcun suggerimento concreto da parte dell'intelligence circa il da farsi ad esempio in libia o in ucraina.
Renzi avrà a disposizione decisamente dettagli maggiori e una panoramica più ampia della nostra ma a questo punto sorge un dubbio :
non è che la magra figura rimediata nel corso del weekend libico è stata frutto proprio di scarse direttrici ottenute dall'intelligence ?
L'Italia non è l'America e l'ambasciatore Massolo non è Clapper e tantomeno Brennan ma perchè tanta neutralità ?

Ottima nei dettagli la parte cyber che ha riscattato le performance povere degli anni scorsi con interi paragrafi riassunti dal web.
L'intelligence al di là del finfisher potrebbe raddrizzare alcune statistiche poco favorevoli proponendosi come alternativa ai detentori istituzionali del settore.
Bisogna agire però con cautela perchè certi monopoli sono duri a morire e possono risultare pericolosi.
Per informazioni rivolgersi al Gat (esiste ancora ?).

Qualche commentatore suggeriva per il futuro una traduzione inglese.
E' decisamente un'ottima idea ma dovrebbe esserne redatta una versione più internazionale riducendo l'executive summary troppo prolisso su questioni tecniche e quindi interne legate alla riforma e alle sue applicazioni.

Insomma per quest'anno promuoviamo le barbe finte.
Ma gli spioni somali che fine hanno fatto ?

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