domenica 1 febbraio 2015

Gabinetti ristrutturati

Ha fatto notizia il rimpasto di governo effettuato dal nuovo re dell'Arabia Saudita.
In realtà sua maestà Salman ha messo a segno un paio di mosse tese a rafforzare la presenza del ramo dei Sudairi più vicino a lui e a dare maggiore fluidità strutturale a dicasteri chiave come quello dell'economia, della sicurezza nazionale e della cultura.
I ministeri che rappresentano le colonne del Paese sono rimasti nelle mani esperte di chi li guida da decenni.
Le sfide del nuovo re sono le stesse di quello che ci ha lasciati :
sconfiggere il terrorismo, riaffermare il proprio potere scalfito dal Qatar nel contesto regionale e tornare ad essere più incisivo a livello mondiale al di là del peso del petrolio.


Non c'erano particolari ragioni per rimuovere sua altezza Khalid bin Bandar bin Abdulaziz dal posto di capo dell'intelligence se non per il fatto di essere un al Saud.
E infatti per quel poco che è concesso conoscere del nuovo direttore Khalid bin Ali bin Abdullah al Humaidan di sicuro egli non fa parte della famiglia e ha fatto carriera all'interno del servizio.
Quindi è decisamente persona gradita a Mohammed bin Nayef che di sicurezza è esperto ed è diventato secondo nella linea di successione.
Si tratta del quarto direttore nel giro di una manciata di mesi che non è un bel record per una istituzione del genere in un Paese del golfo persico.

E proprio dispute all'interno della famiglia potrebbero essere alla base della sostituzione al segretariato della corte reale (organo che decide chi può entrare in contatto diretto con la corona)  di Khaled al Tuwajiri con sua altezza Mohammed giovanissimo figlio di Salman.
Al Tuwajiri non era gradito alla famiglia in quanto portatore di idee troppo riformatrici e fautore di un secolarismo pericoloso quanto poco affine alla religione islamica.
Si è parlato di un suo piano ordito ai danni di Salman in combutta con Mohammed bin Zayed degli emirati arabi e il presidente egiziano al Sisi, per impedirne l'ascesa al trono.
Ha fatto storcere il naso vista la giovane età, poco più che trentenne, l'assegnazione del ministero della difesa sempre a Mohammed bin Salman.
Effettivamente si tratta di una posizione delicata in un ministero chiave.
Il giovane principe che può contare su ottimi consiglieri ha comunque alle spalle esperienza politica e amministrativa sufficiente a garantire stabilità al regno.


Sciolto il consiglio di sicurezza nazionale che viene rimpiazzato dal consiglio per gli affari politici e della sicurezza presieduto da sua altezza Mohammed bin Nayef super esperto di anti-terrorismo sopravvissuto ad un paio di attentati, è caduta anche la testa di Bandar bin Sultan che lo presiedeva.
Su di lui non mettiamo una croce perchè riesce sempre a tornare alla ribalta.
Questa volta sarebbe caduto in disgrazia proprio presso gli americani suoi amici che non gli avrebbero perdonato i pasticci siriani.
Assieme al fratello ha assemblato una specie di succursale giordana che avrebbe dovuto addestrare e finanziare i ribelli contro Assad e l'Isil/s però ha puntato sul cavallo sbagliato ovvero avrebbe scelto di appoggiare i gruppi più pericolosi e violenti che ruotano nella galassia di al nusra.
Probabilmente tra questi anche quelli che hanno rapito Greta e Vanessa.
In una ottica nuova di lotta al terrorismo, Bandar e le sue trame non dovrebbero rientrare nei piani sauditi.
Mai dire mai però.


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