mercoledì 11 febbraio 2015

A integrazione ...

del post precedente.


Il nuovo decreto, dunque, rafforza sì l’intelligence, favorendo le operazioni sotto copertura e allargando le garanzie funzionali per gli infiltrati. Così come il personale dei servizi d’ora in avanti potrà deporre nei processi mantenendo segreta la propria identità. 
Ma l’iniziativa del governo poteva (dovrà?) mettere mano con più decisione alla Legge 124 sui servizi di sicurezza, che negli ultimi cinque anni è risultata inadeguata a garantire piena efficienza e produttività da parte di questi organismi. 
 Eppure, la minaccia del terrorismo internazionale non l’abbiamo scoperta con lo Stato Islamico né con l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Senza andare troppo indietro nel tempo, fin dall’11 settembre del 2001 i governi che si sono succeduti alla guida della Repubblica avrebbero dovuto suggerire un adeguamento qualitativo e quantitativo delle norme per gli apparati d’intelligence.
lookout news

Tirinnanzi è un buon analista ma va ricordato che scrive per la rivista di Mori e De Caprio.

Il messaggio che non passa al governo è che il terrorismo attuale in Italia è rappresentato nè più nè meno che da quello passato quindi necessita del controllo da parte di personale che ha esperienza nel campo ovvero dalla vecchia guardia dei servizi.
Il problema è che ognuno tira acqua al proprio mulino anche quando si parla di sicurezza nazionale.
Se Minniti e Massolo invece di cercare di impressionare il ministro Alfano con il terrorismo molecolare dessero una bella ridimensionata alla polizia delle comunicazioni e a chi ne gestisce il business, forse riusciremmo anche ad ottenere di più per la nostra intelligence.
Le nuove tecniche di comunicazione sono diventate di massima importanza per Daash ed al Qaeda ma non sono fondamentali, almeno per il momento in Italia.
Da noi c'è bisogno di riscoperchiare vecchi pentoloni e reti che alla luce della nuova ondata di violenza possono diventare particolarmente insidiosi.
I servizi hanno bisogno di ulteriori fondi e maggior raggio d'azione.

Ma possiamo concederglielo quando sentiamo che c'è ancora in giro la vecchia oligarchia di pollariana memoria e di nuovo si parla di agenti doppi che lavorerebbero all'insaputa del nostro parlamento ?
La 124/07 era un'ottima dichiarazione di intenti per bilanciare le esigenze operative degli agenti con il controllo parlamentare.
Allo stato attuale però sembra non funzionare a causa di scarse capacità ed interesse posti in essere dagli organi deputati al controllo.
I servizi servono ai politici principalmente per farsi belli.
Finchè non cambia questo stato di cose dobbiamo tenerci un'intelligence al di sotto delle aspettative.

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