Come spiegato molto bene da Anna Maria Giannini e Francesco Cirillo in “Itinerari di vittimologia”, la colpevolizzazione della vittima interviene come reazione individuale o sociale rispetto alle dissonanze cognitive che scaturiscono da condotte criminali, illecite, o trasgressive dell’ordine sociale. Si tratta di un meccanismo di neutralizzazione.
Non è dunque un caso che questa reazione sia particolarmente potente di fronte a due giovani donne, libere, che vanno a portare aiuti in un paese in guerra dove le donne giovani e libere devono indossare un velo. In sintesi, il comportamento di Vanessa e Greta non viene capito. corriere
Se quel velo è una forzatura, allora lo è anche imporre agli utenti di non commentare.
Non scomoderei un trattato di vittimologia per puntare il dito contro una ignoranza che in Italia è anche il prodotto dei media.
E il corriere che in fondo è il "mouthpiece" di forze dell'ordine e servizi, ha contribuito grandemente a formare quegli individui che adesso tuonano in maniera sgradevole contro le ragazze.
I servizi ci dicono che siamo in una fase delicata e dobbiamo stare zitti ?
Troppo tardi.
Ci hanno bombardato con una finta trasparenza fatta di concorsi per scolaresche e libri sul lessico dell'intelligence.
Per ripulirsi la coscienza di anni bui e per dare lustro ad un governo incapace ora ci inondano di archivi digitalizzati ma continuano a coprirsi con il segreto di stato.
Come possono pretendere che nell'era di internet il cittadino medio comprenda una emergenza del genere ?
Troppo tardi.
La nota positiva di quei commenti è che forse l'Italiano inizia a rendersi conto che bisogna comportarsi in maniera retta nella vita per perseguire i propri obiettivi.
Greta e Vanessa non lo hanno fatto. E sono adulte abbastanza.
Non hanno seguito le vie ufficiali. Non si sono affidate allo stato come prevede la prassi.
Quello stesso stato che ora sta cercando di salvarle.
Non bastano le buone intenzioni per essere considerate esenti da peccato.
Non è modo e momento per dirlo ma è la verità.
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