E' difficile trovare fonti arabe che confermino la notizia dell'accusa di terrorismo mossa alle ragazze che avrebbero infranto la legge in Arabia Saudita mettendosi al volante.
Notizia giunta da organizzazioni internazionali per i diritti civili e ripresa dai media stranieri.
Potrei anche fermarmi qui perchè è noto il business che certi fanno in occidente di queste vicende.
Ma volendo approfondire allora bisogna farlo conoscendo il contesto e le dinamiche.
Credo di non sbagliare se dico che quella presunta accusa di terrorismo ha lo stesso valore del 416bis richiesto per mafia capitale ovvero un mezzo per stroncare determinati movimenti e un deterrente per il futuro.
In Arabia Saudita piaccia o meno c'è una legge con una sua logica tratta da una interpretazione della religione e dalla storia di quel Paese.
Chi infrange quella legge non commette semplicemente un atto criminale ma un'azione tesa a sconvolgere gli equilibri di una comunità costruita su dei valori.
Viene a rompersi l'intero assetto sociale.
Se qui da noi pare cosa normale discutere a colpi di Tweet la depenalizzazione dei reati minori, nei Paesi musulmani non è possibile farlo perchè la legge religiosa è la base attorno a cui ruota la vita spirituale, sociale, economica e politica degli individui.
Se qui è anche folkloristico che due stupidine entrino nude in piazza san pietro, lì è cosa ben più seria.
Sarebbe un'offesa alla dignità del Paese ma anche delle persone.
I pennivendoli che si stanno sbracciando per puntare il dito contro il feroce regime saudita, non sanno o forse fanno finta di non sapere che quel processo in fondo è stato assemblato per proteggere tutti noi.
Quanto più i sauditi sono coscienti che un'azione che tende a minare la stabilità dello stato è di gravità assoluta, tanto più ci penseranno due volte prima di partire per Yemen o Siria o assaltare le caserme della polizia saudita.
Voglio vedere se quegli stessi scribacchini si indigneranno quando il ministro Alfano presenterà una legge che prevede il ritiro del passaporto per chi va in Siria a combattere.
Non è una libertà da esercitare anche quella ?
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