sabato 16 agosto 2014
Nel Paese degli espertoni di terrorismo
Tanto tempo fa nel primo periodo del dopo Saddam mi ritrovai con due amici Iracheni entrambi perseguitati sotto il regime.
Nel discorso uno dei due sembrava più incline a giustificare le azioni del dittatore soprattutto perchè la realtà che ne era conseguita non era di certo migliore.
Ad un tratto l'altro dopo aver ascoltato le ragioni dell'amico sbottò urlando :
ma ti rendi conto di quello che dici ? Se da anni vaghiamo per il mondo come due zingari e a malapena riusciamo ad incontrare le nostre famiglie lo dobbiamo a quel bastardo che ci trattava come bestie.
Lì per lì non intervenni perchè gli Arabi seppur sempre gentili e accoglienti non amano le intrusioni nelle loro questioni ma soprattutto perchè non capivo il motivo di tanto astio.
Oggi a distanza di anni sono arrivata a comprendere tante questioni.
Scacciavillani dimentica che il regnante del governo per il quale lavora è salito al trono grazie ad un colpo di stato condotto contro il padre e con l'aiuto del governo Inglese.
In quel momento era una mossa necessaria e benchè in Oman si parli di bloodless coup a sottolineare il fatto che al vecchio sultano non fu torto un capello, si trattò di una guerra vera e propria.
All'epoca non volavano molte teste ma venivano tagliate le corde vocali ai cammelli per non farsi scoprire dal nemico.
Ho pescato il noto economista tra i tanti perchè lo reputo persona abbastanza intelligente e che però come tutti è caduto nel tranello della strumentalizzazione politica.
Quello che credo Di Battista volesse dire nel suo post in stile anti-americano tipico di certa gioventù, è che a volte non si può fuggire da certe dinamiche.
Chi lo critica non ha familiarità con il medio oriente e non ha idea di che inferno si tratti.
Vi sono sovrani benevoli come quelli del golfo che si preoccupano per il loro popolo e vi sono veri e propri tiranni ai quali non si può resistere.
E' una realtà che non ci appartiene e che quindi non riusciamo a comprendere.
Credo che Di Battista intendesse proprio quello :
comprendere e non giustificare è la chiave di svolta delle vicende irachene.
Tutto quanto fatto fino ad oggi dai governi occidentali ha solo aggravato la situazione.
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