Lì la gran parte dei jihadisti reclutati, molto più numerosi di quelli italiani, vanno direttamente a combattere come volontari nei teatri di conflitto. Da noi è il contrario. La maggioranza resta a fornire sostegno logistico, organizzativo e di reclutamento sul nostro territorio, ritenuto uno snodo nevralgico.
Sono stati convertiti alla fede jihadista spesso attraverso il web. È la novità principale del fondamentalismo violento. Un’insidia molto difficile da combattere.
piccolillo corriere
Nella pubblicistica jihadista l’Italia appare più volte come “nemico” sia perché ospita il centro della Cristianità sia per la lotta al terrorismo internazionale. Non a caso l’Italia è stata “omaggiata” da un riferimento nel primo discorso diffuso dal neocaliffo Al Baghdadi che ha dichiarato “Conquisteremo Roma”. Una minaccia sulla quale la vigilanza è altissima
intervista ministro alfano corriere
«Sono nati in Italia - riferiscono le fonti - hanno studiato qui e hanno una chiara connotazione occidentale. Nessuno mai immaginerebbe che sono dei fondamentalisti, anche perchè nei loro comportamenti non è possibile cogliere alcun segnale».
musacchio il tempo
L'errore delle analisi dei nostri servizi sta nel valutare l'operato di Isis come se fosse al qaeda e nel pensare quindi che al centro delle loro azioni stia la religione.
Nulla di più inesatto.
I componenti di Isis, per lo meno quelli Europei che vengono mandati in giro sui social network per fare propaganda, non hanno molte conoscenze in materia di Islam.
Gli mancano proprio le fondamenta.
Ogni volta che si è chiesto loro di fornire un supporto giuridico alle proprie decisioni, come facevano bin laden e i suoi dopo ogni azione terroristica, l'unica risposta che hanno saputo dare è stata : in fondo è quello che faceva il profeta.
Nell'Islam non funziona in questa maniera .
La maggior parte dei credenti è istruita sulla conoscenza del Corano e della tradizione profetica e soprattutto sulla storia Islamica.
Nella nostra religione non ci sono dogmi o cose da mandare a memoria, a parte la tradizione orale coranica.
E' strano quindi che questi giovanottoni che fino a qualche giorno fa albergavano su Twitter, non sapessero dare risposte esaurienti.
La forza attuale di Isis sta appunto nella eterogeneità dei loro componenti e nella foga sanguinaria.
L'odio verso Obama e l'occidente non necessita di una motivazione religiosa.
Non c'è bisogno di un musulmano per percepire l'ingiustizia della politica estera americana.
Ecco perchè probabilmente anche i ragazzi che si arruolano dall'Italia non provengono nemmeno dalle moschee.
Sembrano per lo più giovani senza ideali o lavoro, facilmente indottrinabili per essere usati in una guerra di conquista del territorio.
Il proclama di al baghdadi della conquista di Roma è un classico degli imam che vogliono incitare alla violenza ma non ha un significato vero e proprio.
Parlare di guerra contro i cristiani e quindi portare lo scontro ad un piano Islam vs Cristianesimo sarebbe molto pericoloso.
Bene fa il Papa, nonostante le critiche, a non sbilanciarsi più di tanto.
All'Isis per il momento fa comodo mostrare un giornalista giapponese convertito non tanto perchè sarebbe prova della superiorità dell'Islam ma perchè è uno passato a combattere per la loro causa.
I servizi d'informazione, se davvero vogliono risolvere il conflitto, dovrebbero affinare le loro analisi e le notizie che stanno passando ai giornali e soprattutto dovrebbero consigliare meglio il governo.

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