giovedì 28 agosto 2014

Il rosso che divide (et impera ?)

Setmariam rimane chiuso nelle carceri di Damasco fino alla sua evasione avvenuta, in piena crisi siriana, nel gennaio del 2012. Altre fonti d'intelligence raccontano che furono i servizi di Damasco e iraniani a concertare, in quel periodo, la fuga dalle prigioni siriane di almeno 230 qaidisti, tra cui in primis lo stesso Setmarian Nasar, puntando da subito ad usare l'argomento della lotta al terrorismo nei confronti degli Usa e dei loro alleati per giustificare l'operato del presidente siriano, Bashar el Assad.
pio pompa il tempo

Sono controverse le vicende che fanno da contorno alla presunta fuga o rilascio di Abu Musa al Suri così come è controversa la sua personalità.
Arrestato in circostanze poco chiare in Pakistan nel 2005 dalla Cia, fu consegnato alle autorità siriane nella speranza che questo atto di buona volontà potesse indurre il presidente al dialogo.
Ma Assad oltre ad essere poco incline ai rapporti amichevoli con l'Occidente ben conosceva l'ideologo qaedista che aveva in passato contrastato il regime del padre facendo da terminale per i gruppi che volevano rovesciarlo.
Quindi se lo fece uscire di prigione, fu innanzitutto per dare un segnale ai governi occidentali e poi per lberarsi di un personaggio scomodo.
Suri è uno che ama litigare e far litigare.

Come ha tenuto a sottolineare Pio Pompa nel suo articolo, siamo in presenza di un vero e proprio stratega militare e politico che ha al suo attivo migliaia di pagine sotto forma di trattati e che ha diviso con la sua opera le menti pensanti e gli animi di al Qaeda.
L'unica prova certa che abbiamo del suo rilascio sta in alcuni messaggi di militanti importanti nei forum di al qaeda, primo tra questi il sito di al maqdisi mentore di al Zarqawi.
Per il resto non vi sono notizie ufficiali in tal senso.
Sappiamo però che la moglie che attualmente risiederebbe in Qatar assieme ai quattro figli, si sta battendo assieme agli avvocati e ad organizzazioni per i diritti civili, affinchè venga liberato dal carcere nell'isola di diego garcia dove sarebbe stato portato per una rendition.
L'isola è territorio britannico e il ministro degli esteri inglese ha confermato che due aerei americani con a bordo due soggetti appartenenti ad al qaeda si sono fermati lì ma solo per un rifornimento di benzina.
La prova che Suri sarebbe ancora prigioniero viene da due messaggi rilasciati quest'anno dal portavoce di al Zawahiri in Siria e dal noto convertito americano Adhan al Amriki in cui si riferivano a lui con le parole :
che Allah lo liberi.
Leon Panetta ha dichiarato di non potersi pronunciare in merito per motivi di sicurezza nazionale.

Che Abu Musa al Suri sia libero o meno non fa grossa differenza visto che il suo apporto, al di là del presunto coinvolgimento negli attentati di londra e madrid e nei campi dei talebani, è principalmente ideologico.
Dopo aver militato in al qaeda per un certo periodo di tempo ed aver fatto da tramite per un paio di interviste rilasciate da bin laden, è sceso in rotta di collisione con i vertici della organizzazione terroristica.
Ne ha contestato la gestione centralizzata che a suo parere ne comprometteva la vittoria contro l'America.
Essendo fedele al mullah omar, ha rigettato l'obbedienza ad al zawahiri e rinnegato bin laden accusandolo di essersi trasformato in una soubrette in video.
A livello teologico non aderisce al salafismo esclusivista predicato da al qaeda che vede nemici dappertutto soprattutto tra i musulmani che si dichiarano a loro volta salafiti ma non osservano tutti i precetti del wahabismo.

Al Suri è un teologo della jihad politica e militare che deve unire tutti i musulmani nella lotta contro l'invasore.
E' qui che entra in gioco il suo presunto ruolo nell'Isis.
Anch'essi vedono la lotta armata più come un modo per conquistare territori e popolazioni che come espressione dell'Islam ortodosso.
Per gli appartenenti a quella che viene definita la costola di al qaeda, la religione alla fine è un pretesto, un sigillo da porre alle proprie conquiste.
In Abu Musab al suri prevale l'ideologia politica, quindi lui accoglie ed invita tutti a battersi per la causa contro l'occidente.
Bin laden era più selettivo e questo secondo al Suri ne aveva determinato la sconfitta.

Dal punto di vista logistico e operativo il siriano preferisce la qualità alla quantità.
Non ama gli sprovveduti che vanno a farsi saltare in aria con le bombe.
Per lui è importante la scelta del luogo e che un'esplosione faccia il maggiore numero di morti possibile.
E' per questo che non amava la guida centralizzata di al qaeda.
Quel tipo di schema non era funzionale ai risultati.
Il piano di al Suri è sul modello dell'eta o dell'ira.
Vuole che in ogni parte del mondo ci siano tanti gruppi independenti pronti a combattere e a portare lo scompiglio nel proprio Paese.

E' chiaramente preoccupante saperlo libero perchè ciò rafforzerebbe la determinazione dell'Isis.
Sarebbe però più che altro importante capire se ha creato in questi mesi dei network che fanno riferimento a lui così come fece in passato in Spagna ed Inghilterra.
Stroncare questa rete sarebbe una chiave importante di svolta per bloccare attacchi su suolo occidentale.
Altro interrogativo riguarda il suo presunto ruolo all'interno dell'Isis.
Lui ama definire le sue idee come un ponte tra il vecchio e il nuovo, la seconda generazione di al qaeda.
A questo punto quali sarebbero i rapporti di forza tra lui e il califfo ?

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