Secondo i bene informati Bracco sarebbe intenzionato a chiedere i danni d’immagine causati dalla denuncia a mezzo stampa di Argirò.
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Se la memoria non m'inganna la critica era circa il tempo trascorso dall'ispettore nello svolgere la perquisizione il che avrebbe influito sulla documentazione acquisita e quindi poi sull'accusa.
Andando indietro negli anni Vittorio Rizzi non fu risparmiato da critiche feroci (in rete ve ne sono tuttora alcuni stralci) in riferimento a due indagini che lo vedevano protagonista : quella sulla morte di Marco Biagi e la più recente relativa allo stupro della caffarella.
Nel primo caso si trattava di considerazioni pesanti sull'intera squadra inquirente e sulla capacità che essa aveva di condurre un'indagine che richiedeva determinate conoscenze.
Per il modo in cui condusse l'investigazione della caffarella si accusò addirittura Rizzi di gravi irregolarità per di più commesse di proposito.
L'ex capo della mobile romana querelò il giornale in virtù non solo delle inesattezze pubblicate ma soprattutto della valenza che queste assumevano in quanto si trattava della pubblicazione di una certa sinistra e potevano richiamare antichi rancori proprio in relazione al caso Biagi.
I suoi avvocati fecero un parallelo con il commissario Calabresi.
Paragone che era decisamente appropriato alla luce del contesto.
In questo caso abbiamo un indiziato che è stato perquisito e ha ritenuti lesi i suoi diritti di indagato.
In tutta trasparenza ha formulato un'accusa tramite un legale e ha fatto ricorso in tribunale.
Le sue obiezioni non sono state accolte.
Quindi non è che sia andato su Facebook o in giro per i caffè della Liguria a parlar male come si usa di questi tempi.
Non conoscendo le dinamiche dell'ambiente giudiziario e di quella zona, non so se in questo caso l'azione legale intrapresa nei confronti dell'ispettore Bracco abbia una valenza che va al di là dell'esercizio dei semplici diritti di difesa.
Però in generale credo che sia sconsigliabile gravare l'atmosfera di ulteriori tensioni.
Bracco tra l'altro è uno di quelli che si distingue dal pianeta polizia.
Si è creato una piccola oasi che non lo accomuna ad altre vicende giudiziarie che purtroppo caratterizzano la polizia di stato dalla diaz in poi.
Quindi una sua eventuale azione legale non restituirebbe lustro al corpo ma solo a se stesso, che tra l'altro non ne ha bisogno visto che è ampiamente conosciuto anche fuori dai confini del liguristan.
Fornirebbe un argomento per la campagna tessere dei sindacati.
E lì rovinerebbe tutto.
In un momento in cui la giustizia è oggettivamente attraversata da problemi seri, la sua azione suonerebbe più come una intimidazione nei confronti di noi semplici cittadini che una difesa della propria persona.
La critica in un Paese democratico e civile deve essere permessa seguendo tempi e procedure prestabilite.
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