giovedì 10 luglio 2014

Chi viene e chi va

Fanno capolino anche sulla stampa italiana le star digitali della guerra in Iraq.
La più gettonata grazie anche alle origini calabresi è Musa Cerantonio, di madre italiana e padre Irlandese trapiantati nella terra dei canguri.

Cerantonio grazie all'ottima conoscenza della religione e alle spiccate doti di comunicativa ha una impatto molto forte sui giovani musulmani che vivono in Occidente, siano essi nativi convertiti o figli di immigrati.

Una delle frasi che i suoi estimatori amano ripetere spesso è che il profeta Maometto è un terrorista.
Tipico esempio della sintesi che il giovane predicatore è solito usare.
Si tratta di un escamotage per ridurre i sensi di colpa di quelli che guardano con simpatia all'estremismo.
Se certe interpretazioni dell'Islam sono tipiche del terrorismo mentre coloro i quali si ispirano alla vita del profeta sono moderati o Musulmani veri, Cerantonio ha trovato la via per eliminare il gap.
Legittima le sue idee ed interpretazioni attribuendole al profeta al quale fu affidata l'ultima rivelazione.
Il ragazzo è molto furbo.
Parla molto ma in maniera che sia difficile incriminarlo per istigazione.
Come hanno riferito gli investigatori Filippini che lo tenevano d'occhio, lui pratica la zona grigia.
Da profondo conoscitore delle leggi cioè, si tiene sempre a norma.
Non è uomo d'azione.
Manda ma non fa.
Vedremo quale sarà il suo ruolo in Iraq se è vero che è approdato al califfato.

Come previsto, all'indomani della costituzione del califfato si sono intensificate le azioni terroristiche di al qaeda soprattutto nella penisola Arabica.
Un gruppo di militanti ha attaccato su entrambi i fronti un posto di blocco al confine tra Arabia Saudita e Yemen.
Subito dopo altri due si sono fatti esplodere in una caserma dei servizi segreti sauditi.
Il bilancio è di una decina di morti.
Tra i militanti vi erano ex detenuti per reati di terrorismo.
Le foto degli attimi precedenti all'attacco che mostravano momenti di addestramento sono state postate sui social.
L'Arabia Saudita continua a pagare la diffusione di un Wahabismo estremo e adesso deve fare i conti con la guerra irachena.

Nel dare l'addio ad uno dei suoi uomini migliori, Obama ha detto che molti Americani probabilmente non lo conoscono ma gli devono essere grati per aver dormito sonni tranquilli.
Matthew Olsen l'ormai ex capo dell'anti-terrorismo Americano, che iniziò la sua carriera al ministero della giustizia è un tipo a metà tra Rambo e Poirot.
Uomo d'azione ma anche di pensiero.
Fu lui a capire che la war on terror si stava spostando ormai dall'Afghanistan all'Iraq.
E fu molto probabilmente lui a spingere la politica dei droni assassini.
C'è chi dice che sia voluto andare via a causa dello stipendio basso (fa sorridere una cosa del genere nella penisola dove capi militari e di polizia vivono come paperoni ) e chi perchè stanco dei tatticismi politici.
Fatto sta che se la politica estera Americana non cambia, non c'è Rambo che tenga.

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