sabato 3 maggio 2014

Quella polizia che non ti fila





Our message is clear: Our focus is on keeping people safe and there is no hiding place - anywhere in the world - if you are a criminal and you undertake this type of activity, which preys on those who might be the most vulnerable and susceptible to coercion and blackmail.

"The global nature of sexual cyber crimes means law enforcement agencies in Scotland need to work more closely than every before with their counterparts around the world to ensure that we remain one step ahead of those who engage in these appalling acts. The Crown Office has directed the Scottish end of Operation Strikeback from the outset. We cannot comment on a live investigation but we can reassure the public that cyber crimes committed against Scottish citizens will be treated extremely seriously and borders will present no barriers to that. "
scotland police

A leggere i proclami della polizia scozzese, vengono in mente i sorrisi di circostanza della polizia postale quando dà consigli su come reagire ad un ricatto su chatroulette.
E' raro che prendano una denuncia.
Ci si sente presi in giro.
Tutto quel circo con il camper per consigliare cosa non bisogna fare prima.
E poi loro che si limitano a dire che l'estorsore non insisterà più di tanto se se ne ignorano le richieste.
La differenza sta nelle circostanze.

Alla conferenza stampa di presentazione dell'operazione strikeback erano presenti i vertici di interpol, polizia scozzese e filippina, nonchè l'ambasciatore inglese.
Questo già dà un'idea di quello che una semplice operazione di polizia può rappresentare.

Dietro ai 58 arresti di ieri a Manila c'è un'associazione criminale che ha estorto diverse migliaia di dollari a persone in tutto il mondo, un ragazzo morto suicida in Scozia e la volontà delle Filippine di non essere caratterizzato come Paese povero e succube del crimine.
Paese che ha relazioni internazionali e legami commerciali con quelli le cui polizie hanno condotto le indagini.

Qui da noi c'è un manipolo di disperati presi di mira da criminali informatici sparsi per l'Africa e l'Est Europeo che non costituiscono una miniera da sfruttare nemmeno per le aziende che collaborano con la polizia.
Non si tratta cioè di ragazzini potenziali acquirenti di tablet e software.
Non essendoci delle vere e proprie reti criminali dietro le estorsioni di chatroulette ed essendo laborioso il processo di rogatoria, un'indagine seria su questi ricatti (a Genova dovrebbe essercene una in corso) non sembra essere conveniente.

Con un ministro dell'interno che non si sa perchè sta là, la più grande preoccupazione in Italia sono le dimissioni del segretario del Sap.

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