Sergeant Bergdahl’s recovery is a reminder of America’s unwavering commitment to leave no man or woman in uniform behind on the battlefield. And as we find relief in Bowe’s recovery, our thoughts and prayers are with those other Americans whose release we continue to pursue.
washingtonpost
Di scambi di prigionieri e quant'altro, gli Americani ne fanno a bizzeffe.
Questa volta hanno dovuto rendere pubblica la notizia perchè fa gioco ad Obama e soprattutto perchè il Qatar ha fatto da mediatore.
E non è un caso visto che qualche anno fa lo stesso Qatar ha offerto una sede di rappresentanza ai Talebani.
Questa vicenda può avere diversi risvolti.
Da un lato interviene nelle lotte di potere Arabe a favore di quel cambio di rotta a cui il Qatar aspira da tempo.
La stella dell'Arabia Saudita sembra essere in declino, specie alla luce dei dissidi con i partner occidentali, su questioni come quella siriana ed egiziana.
Legittimando le azioni e la posizione dei Talebani, si è ritentata la stessa strada che si voleva percorrere con Hamas, ammettendo il movimento alle elezioni.
Con loro non funzionò perchè Hamas continuò con il suo percorso di violenza.
Ma il Qatar, pur essendo grande finanziatore di figure di spicco del gruppo, non ebbe nessun ruolo nella faccenda.
Mentre l'Arabia Saudita si limitò a sconsigliare, e a ragione, il passo all'America.
Last but not least adesso gli Americani non possono venire a darci più lezioncine sui riscatti da non pagare e trattative da non mettere in atto.
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