Dunque capisco la delusione di Omaima che, immagino, potrebbe ritenere l'Italia più avanzata del Marocco, invece la lotta delle donne è una sola. O si avanza insieme o non avremo di che vantarci.
Posso capire il velo, non come obbligo religioso perché non lo è ma come manifestazione di appartenenza alla religione musulmana in un mondo dove prevale l'islamofobia, ma è veramente l'islam globale a garantire la libertà delle donne?
giuliana sgrena
Mi chiedevo tempo addietro mentre osservavo con occhi sognanti il famoso scatto della scaletta, cosa potesse provare una donna ad essere traghettata dalle braccia angeliche, si fa per dire, di un pezzo d'uomo romagnolo.
E oggi finalmente la risposta è arrivata : confusione mista a illogicità.
Prima di palesare concetti che affondano le radici in studi giurisprudenziali a tratti complessi, bisogna approfondire la materia in tutti i suoi aspetti.
Ci vogliono almeno dieci anni di studi accademici per esprimere valutazioni riguardo alle norme derivanti dal Corano e dalla tradizione profetica.
La stragrande maggioranza degli studiosi concorda sul fatto che il velo sia obbligatorio.
Divisioni nascono tra l'hijiab inteso per ricoprire il capo (del tipo di quello delle suore per intenderci) e il niqab e burqa che coprono anche il viso.
Prevale l'interpretazione a favore della copertura del solo capo.
Pochi sono quelli che obiettano che il velo non si debba portare .
La parola khimar (plurale khumar) presente in un versetto del Corano è inequivocabile.
L'altro giorno nel corso di una riunione alle nazioni unite, l'Arabia Saudita ha accusato la Norvegia di venir meno agli impegni presi nella difesa dei diritti umani in quanto membro dell'assemblea.
La Norvegia a loro parere non farebbe molto per scoraggiare i continui attacchi alla figura del profeta Mohammad, mettendo in grande difficoltà così i Musulmani che vivono in quel Paese.
L'Ambasciatore Saudita non ha fatto richieste riguardo alla libertà di culto o di espressione dei Musulmani in Norvegia.
Ha semplicemente chiesto il rispetto dovuto da un Paese secondo le norme che lo governano.
Eppure da più parti si è irrisa questa uscita, opponendo che i Sauditi, non avendo un primato positivo in tema di diritti umani, non avevano nemmeno facoltà di avanzare una richiesta del genere.
La filosofia che aleggia nello scritto della signora Sgrena è del tutto simile.
Paradossalmente lo spirito populista tipico di certi orientamenti politici ormai sorpassati, è simile a quello imperialista caratteristico di quelli che vogliono esportare la democrazia.
Non siamo tutti uguali.
Gli uomini non sono uguali alle donne e le donne Musulmane e Arabe non sono uguali tra loro nè ad altre.
Il problema non è la parità, ma fare in modo che le ineguaglianze non siano causa di sofferenze e disparità o impedimento al progresso.
Quella ragazza vive in Italia.
Qui ha diritti e doveri.
E' suo diritto combattere una discriminazione se pensa che sia tale e quindi contraria alle leggi del nostro Paese.
Può combattere assieme alle donne Arabe se la ritiene una battaglia giusta.
Ma sono due questioni profondamente diverse perchè si sviluppano in culture e tradizioni diverse.
Smettiamola di fare i finti paladini della libertà, solo per imporre il nostro modo di intenderla.
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