"ha finito per trasformarsi in un processo all'intero percorso lavorativo dell'alto funzionario, alle sue metodiche e scelte operative, alla sua gestione dei rapporti interpersonali, professionali e non, alla sua carriera, alla sua moralità: in altre parole alla sua stessa persona e di riflesso all'importante ufficio cui era preposto".
"E' ancora più incredibile - si legge ancora nella sentenza - che Pisani ignorasse che Marco Iorio e Bruno Potenza erano stati soci in più ristoranti per vari anni".
"E' inverosimile - scrivono i giudici - che Pisani ignorasse i trascorsi di Bruno Potenza nel contrabbando e che fosse all'oscuro finanche dell'attività di usura svolta da Mario Potenza"
repubblica napoli
L'errore di base è stato proprio quello di mettere sotto la lente tutta la carriera di Pisani.
E non si poteva fare altrimenti.
Ad un certo punto la pubblica accusa si è accorta che ciò si stava trasformando in un boomerang ma era ormai troppo tardi.
Passandola al setaccio poi, si sono comprese le incongruenze nel voler puntare il dito nella direzione del triangolo Pisani-Iorio-Potenza.
Il presunto cambio di rotta verso un ambito delinquenziale era in netto contrasto con tutto quanto realizzato nell'arco del percorso lavorativo dal poliziotto calabrese.
Ma non semplicemente perchè vale l'assunto di amici e colleghi "lui non avrebbe mai fatto cose del genere".
Perchè non ci sarebbe stata una logica consequenzialità in tutte le azioni che hanno caratterizzato l'operato del Pisani.
La lotta al crimine organizzato con annessi risultati, deve essere costante nel tempo.
Senza averla ancora letta, è una sentenza che smonta l'impostazione generale.
Il metodo Pisani che sarebbe stato creato ad hoc per delinquere, non esiste.
Non si nega, come non lo ha mai negato Pisani, che il funzionario conoscesse fatti e persone, ma si nega l'uso o l'interpretazione che se ne fecero.
Non era facile cogliere tutti i particolari e inquadrarli nel contesto.
La dottoressa Romano e il collegio giudicante hanno sempre mostrato grande equilibrio e attenzione al dettaglio nel corso del dibattimento, e il dispositivo ne è prova.
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