martedì 25 marzo 2014

Attacchi che non erano

Gran parte della stampa napoletana forse incalzata dai tempi di uscita del giornale, ha inteso la sentenza emessa, specie nel capitolo dedicato a Vittorio Pisani, come una dura reprimenda nei confronti della pubblica accusa.
Pochi hanno colto lo spirito che, soprattutto nelle parti introduttive la anima :
un senso di rammarico perchè il dibattimento è andato oltre i limiti naturali che gli erano propri.
E ciò non solo a causa della mole di sezioni accessorie introdotte dalla pubblica accusa, tese a dimostrare i rapporti tra i protagonisti che hanno sfilato sul banco degli imputati.
Anche le difese hanno giocato la loro parte nel prolungarsi oltre il dovuto, usando argomenti e personaggi che erano solo tangenziali all'inchiesta, per scardinare le tesi accusatorie.

Lo stesso Pisani non è stato risparmiato dalle critiche, per quel che riguarda certi atteggiamenti assunti in fasi operative diverse della sua carriera.
Molti di questi comportamenti però, fuori dall'inchiesta Megaride e difficilmente riscontrabili a livello giudiziario, si prestano ad aprire un dibattito che va oltre le questioni meramente legali :
quanta autonomia ha un poliziotto oggi, di prendere certe decisioni?
Di stabilire i limiti temporali entro i quali iniziare o concludere un'operazione o di fare valutazioni circa la valenza effettiva di elementi di cui è venuto a conoscenza per puro caso?
E' in grado un magistrato o un giudice di stabilire, se egli abbia dichiarato il falso o nascosto una parte del vero ma in buona fede?
Sono tutte questioni che dovrebbero uscire da un'aula di tribunale, per essere discusse dalle parti interessate.

Paradossalmente avrei preferito una sentenza di almeno parziale condanna, perchè con questa non sappiamo cosa ci troveremo a combattere in appello (ormai mi ritengo la mascotte virtuale della squadra Cerino-Nugnes-Pisani).
Quello che in sintesi i giudici dicono, secondo una mia personalissima interpretazione, è :
non c'è alcun dato o fatto concreto, che possa far ritenere oltre ogni ragionevole dubbio, Pisani colpevole di una qualsivoglia condotta delittuosa.
Al contempo però, la sua figura risulta essere ambigua per certi atteggiamenti tenuti o decisioni prese, che esulano da questo processo e che difficilmente possono essere provate, ma che se lo fossero, sarebbero di rilevanza penale.
Alla pubblica accusa viene lasciata aperta un'autostrada : trovare un fatto concreto o provare quei comportamenti e metterli in relazione alle contestazioni.
Vedremo cosa "arzigogoleranno".

Vorrei ringraziare il dottor Pisani, e tutti quei poliziotti che ho conosciuto attraverso il blog, seguendo questa ed altre vicende che ruotano attorno alla polizia di stato.
Mi sono stati di esempio e mi hanno insegnato l'umiltà e il rispetto che sono la base della convivenza civile e che troppo spesso qui in Italia dimentichiamo.
Nell'Italia della Diaz ci sono poliziotti che accettano di insegnare all'università solo a patto che non gli si corrisponda lo stipendio, perchè ritengono che quel servizio sia parte del loro dovere di funzionari di polizia.
Questori che si battono per ridare dignità ad una terra martoriata dal terremoto.
E poliziotti in giro su un camper, ad insegnare ai ragazzi, come comportarsi fuori e dentro la rete.
Che magari sarebbe compito dei genitori.

Saluto e ringrazio il dottor Amato, che ho tentato di contattare via email, ma evidentemente nonostante la Campania sia piena di procure e tribunali, non sono messi benissimo a cultura digitale.
Per quel che può valere il mio giudizio, gli rinnovo la stima e la fiducia che ripongo nella sua buona fede.
Alla fine, vittorie o sconfitte che siano, è quello che conta nella vita.
Essere onesti con se stessi e con gli altri.
Se qualcuno che mi legge può passargli il messaggio, mi farà sicuramente cosa gradita.

Diceva il prefetto Manganelli, che nella vita si può imparare anche da chi ha sbagliato.
E Luigino Giuliano, nel corso della sua testimonianza a questo processo, affermò che si può cambiare anche un'ora prima di morire.
Due personaggi all'apparenza così lontani e dal vissuto tanto diverso, hanno colto l'essenza della vita, riassumendole in poche frasi.

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