E’ un argomento che va maneggiato con cura e perizia e soprattutto con la capacità di saper trasferire la conoscenza dei fatti e il messaggio giusto soprattutto a chi non ha l’età per ricordare e per capire quegli anni di piombo. Altrimenti è tempo speso male e la memoria si macchia inutilmente. Non tutto può diventare un concerto rock.
Beppe Boni
carlino bologna
Di solito Boni mi fa l'effetto delle zanzare d'estate quando c'è molta umidità.
Estremo fastidio, perchè non prende mai posizione.
Per una volta che l'ha presa, mi ha dato ai nervi.
Quindi auspico che prosegua sulla strada della camomilla.
Sull'argomento consiglio un'ottima riflessione di Massimiliano Mazzanti.
Di mio, mi limito a dire, che innanzitutto non ho ascoltato il disco, ma da quello che ho letto su questa band, non fanno esattamente rock, non rock classico, e comunque avrebbero avuto, a sentir loro, il beneplacito dell'associazione delle vittime della uno bianca.
Boni come me, ha un'età, per la quale si pensa che il rock non sia musica seria.
Io credo invece che sia esattamente il genere adatto a parlare di uno bianca.
Parliamoci chiaro :
la questione uno bianca è un affare irrisolto, perchè mancano molti pezzi al puzzle.
E la responsabilità è anche di tanti giornalisti che ci hanno raccontato favole.
La musica classica, immagino che il giornalista del carlino la preferisse per una vicenda del genere, serve a sdoganare questioni chiuse.
La uno bianca è una ferita ancora aperta.
Il rock ci sta benissimo, perchè serve ad esaltarne la drammaticità.
Poi diciamoci la verità.
Quando certi cronisti per settimane intere ci martellano con i particolari di un delitto irrisolto o con le abitudini di un presunto violentatore seriale, non usano più violenza di quella di cui un gruppo rock si servirebbe per cantare la cronaca ?
Mi pare che in questi giorni debba essere presentato l'ennesimo libro sull'indagine uno bianca e proprio dagli eroi romagnoli che la portarono a termine.
Quella è roba per Boni, la verità ufficiale.
Lasci stare il rock.
Roba per duri, quelli che piangono contro i muri.
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