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"Era un processo che per noi, almeno per quanto riguarda la posizione di Pisani, poteva anche non essere celebrato - ha dichiarato l’avvocato Rino Nugnes che con il collega Vanni Cerino assiste il dirigente di polizia - Pisani doveva essere prosciolto all’esito delle indagini. In ogni caso è un momento di grande soddisfazione".
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In uno scambio avvenuto nel corso della lunga testimonianza resa a dibattimento dal dott. Pisani, gli venne chiesto se le attività commerciali del figlio di un contrabbandiere, non avessero mai stimolato la sua curiosità investigativa.
Credo che questo tipo di ragionamento, riassuma lo spirito della posizione tenuta dalla pubblica accusa, una posizione portata avanti attraverso schemi e forse, mi si consenta, con qualche pregiudizio.
Vivi in una delle città più belle del mondo, conosciuta purtroppo, per il disagio sociale e il crimine che da esso sfocia.
Figlio di questa terra e uomo di legge, ti si butta addosso la responsabilità di redimerla.
Fai indagini su indagini, imbastisci processi, ottieni condanne.
Eppure, come diceva tempo fa il colonnello Paternò che la Campania la conosce bene, non riesci a cambiare la storia.
Vedi tutti questi esercizi commerciali in città, che fanno soldi a palate.
Ti arriva il primo pentito, che dice che quello si ripuliva da un altro da tutta una vita.
Prendi atto del fatto che da anni, nessun organismo giudiziario riesce ad inchiodare alle proprie responsabilità una famiglia di contrabbandieri e usurai.
I contrabbandieri sono amici e soci di altri ristoratori.
In tutto ciò, c’è qualcosa che non va, qualcosa che ha impedito di metterli spalle al muro, come si è fatto con altri.
Ad un tratto arriva un altro pentito, e si accende la lampadina.
Di mezzo c’è uno sbirro, uno corrotto.
Adesso tutto quadra.
Si spiega come, in tanti anni, il contrabbandiere l’abbia sempre fatta franca.
Lo sbirro amico dell’amico, lo copriva.
Mi si conceda un resoconto romanzato e molto personale, di un processo come quello che ha visto la genesi nell’inchiesta Megaride.
Però osservato da fuori, e soprattutto attraverso occhi inesperti, sembrava così.
Si doveva fare, non si doveva fare. Adesso chi paga.
Come disse il dottor Morelli, quando il dubbio c’è, bisogna toglierselo.
Se lo potevano togliere prima del processo?
Credo di no.
Per il semplice fatto che nessuno a partire dal gip, e lo si è percepito nel corso del dibattimento, ci ha capito molto di questa storia.
Era tanto, era troppo. Usura, riciclaggio, corruzione.
Senza conoscere tutta la documentazione, è difficile dire cosa sia andato storto, se l’analisi o le valutazioni.
Credo anche, che mettersi a recriminare e a puntare il dito contro questo o contro quello, non serva a nulla.
Se come ho letto in giro per internet, si vuole iniziare una caccia alle streghe, allora vuol dire che non abbiamo imparato la lezione.
Io difendo oggi la pubblica accusa, come ho sempre difeso Vittorio Pisani.
Basandomi sui fatti incastrati nel contesto, non sulle chiacchiere.
E’ il meccanismo che è sbagliato, il sistema giustizia in Italia.
Un sistema che si basa sulle parole dei pentiti, sulla carcerazione preventiva, sulle organizzazioni antimafia che gestiscono beni e persone, non si sa come e perchè, su scrittori improvvisati che vanno in tivvù a parlare di mafia e di camorra al posto degli investigatori veri.
In questo clima è inevitabile, che ogni tanto si prenda un abbaglio.
Finchè pensiamo che il problema della giustizia in Italia, stia tutto nella solidarietà a Di Matteo o nei magistrati comunisti, o nell'indignarsi perché la ministra aiuta la figlia dell’amica, ci saranno uno, cento, mille casi Pisani.
Se poliziotti e carabinieri devono arrotondare uno stipendio da fame con il secondo lavoro e procuratori e Questori non riescono a gestire uomini e relazioni dentro e fuori dai loro uffici, continueremo a navigare tra illazioni e complotti.
Finchè continuiamo a fare affidamento solo su magistrati e giudici che noi riteniamo preparati o simpatici, il problema rimarrà.
E’ inutile recriminare sugli ingranaggi, se non si è cercato di correggere i meccanismi che li muovono.
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