sabato 7 settembre 2013

Errori

Il sospetto degli inquirenti è che il denaro arrivato a Preziosa sia molto di più di quello trovato: «Il Preziosa non era solo un semplice funzionario corrotto, ma un vero e proprio imprenditore coinvolto nelle società del Marazzi e nel meccanismo frodatorio del Fisco della Mantovani», scrive il giudice che parla di «rilevante attività di collaborazione del Preziosa nel complessivo disegno criminoso frodatorio realizzato dalle società satelliti, tra cui quelle in cui erano co-interessati Marazzi e Preziosa».
corrierebologna


Un libretto che conterrebbe solo poche centinaia di euro, ma in cui forse Preziosa voleva riversare il denaro in più che gli arrivava da Baita e soci per le sue consulenze. Probabilmente il commissario felsineo, detenuto nel carcere di Verona, che oggi verrà interrogato dal gip, si avvarrà della facoltà di non rispondere in attesa di un colloquio con i pm titolari dell’inchiesta.
corriereveneto


«Spiegheremo tutto - insiste ancora il legale —. Parliamo di un accesso, un favore tra amici. Il lavoro era un’ipotesi, dopo la pensione. Chi l’ha detto poi che paletta era della polizia e non era invece una imitazione? Non ha preso quei soldi: Preziosa ha un mutuo, una rateizzazione con Equitalia che finità tra vent’anni, non si capisce dove li avrebbe messi tutti questi denari». In conti all’estero, sostiene l’accusa, che può contare su decine di intercettazioni, riscontri, buste siglate con soldi in contanti nascosti nel suo armadietto. E confessioni. Chiare, piene, univoche, per chi l’accusa.
corrierebologna


Rotondi che è persona di buon senso, mi pare orientato a dar credito alla versione accusatoria, pur lasciando aperta la finestra delle semplici consulenze.
Il suo collega Veneto, che deve essere un tipo facilmente impressionabile, ha già condannato Preziosa.

La sensazione generale, per chi come me segue vicende simili, è che in mano agli inquirenti ci sia ben poco di solido.
La genesi dell'indagine infatti, risiede nelle parole della solita gola profonda, che probabilmente dovrà giustificare qualche ammanco e quindi lo mette in conto allo sbirro corrotto, e si sviluppa attorno ad una serie di intercettazioni e registri, sequestrati solo sei mesi dopo .
Il tutto è condito dall'onnipresente ombra dei servizi segreti, ufficiali o deviati poco importa, perchè come diceva il generale Mori giorni fa, i nostri servizi sono in pessimo stato, traghettati in questa storia dal carabiniere di turno, tale Manganaro, che ricorda un po' il Macauda dei bei tempi che furono.

Il ruolo di Giovanni in questo bailamme, e lui lo sa, perchè questi sono giochetti che si fanno di concerto con le procure, quando le prove sono poche e si rischia addirittura di non andare a processo, è fondamentale, perchè serve a rafforzare la tesi degli inquirenti, volta a cristallizzare lo schema di associazione criminale stabile nel tempo.
La storia che lui era parte della società e pronto a prendervi un posto fisso all'interno, serve a sostenere questa teoria.
Però sarebbe sciocco lasciare con qualche anno di anticipo, un posto che alla fine nessuno gli toglie, per entrare in un'azienda privata, dove ti possono pure cacciare o che può andare fallita.

Chi lo conosce bene con tutti i suoi pregi e difetti, non sarà rimasto sorpreso dal fatto che pur sapendo di essere indagato, conservasse addirittura in commissariato i quaderni, con annotazioni "maniacali".
Io credo che però, più che della sua notoria arroganza, questo sia prova del fatto che quelle note sono testimonianza della sua innocenza, in quanto semplici consulenze.

Lui almeno si è presentato all'interrogatorio mentre il pubblico ministero ha mandato un sostituto, se alcune indiscrezioni sono esatte.
Anche se dovessero cadere le accuse più pesanti prima di andare a dibattimento, purtroppo questa vicenda gli ha decisamente rovinato carriera e vita.

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