Sempre tra i comportamenti a rischio, un’altra area problematica, che merita uno specifico impegno è rappresentata dai disturbi del comportamento alimentare (bulimia e anoressia DCA): qui continuerò a promuovere progetti nell’ambito della prevenzione sociale, della promozione di percorsi di cura, in età evolutiva e in età adulta. A tale riguardo, rendo noto che a breve sarà pubblicato uno dei Quaderni del Ministero della salute dedicato ai disturbi alimentari, con specifica attenzione all’epidemiologia, alla prevenzione, al trattamento e ai percorsi di riabilitazione.
Ministro della Salute
Ieri le agenzie di stampa, riportavano che il ministro Lorenzin, ad integrazione del suo intervento, si è ripromessa di lavorare affinchè la polizia delle comunicazioni, abbia più poteri, e nello specifico, possa chiudere con interventi mirati e duraturi, i siti pro-ana, blog e forum di discussione cioè, che promuovono la cultura dell'anoressia e della bulimia.
Ci sono molti studi che hanno esaminato i disturbi del comportamento alimentare, e il disagio provocato a chi ne soffre.
Tutti concordano nel concludere che i soggetti affetti da queste malattie, con l'avvento di internet, hanno trovato nella piattaforma digitale, un modo di promuovere il proprio stile di vita, e di formare dei circoli di persone che potessero condividerne i principi.
Ricerche recenti invece, effettuate da accademici in Francia e in America, hanno introdotto elementi nuovi che permetterebbero di sfruttare proprio la presenza di questi siti.
Daphna Yeshua-Katz dell'Università dell'Indiana, più che monitorarne l'attività , come molti ricercatori fanno, ha intervistato un campione di bloggers, e ha scoperto che il loro scopo non è tanto la promozione di un modello, quello del non mangiare, ma di condividere il loro vissuto quotidiano, e le angosce da esso causate.
I pro-ana, molti sono uomini, hanno semplicemente bisogno di uno spazio tutto loro, in cui non essere giudicati nè condannati, ma che gli consenta di esplorare questa loro condizione.
Prova ne è il fatto che, le loro discussioni sono aperte alle famiglie, agli amici e ai medici che si occupano di queste tematiche.
A modo loro quindi, è come se lasciassero una porta aperta all'aiuto.
Il dott. Casilli, della Telecom Paris Tech, assieme ad altri colleghi, ha messo a confronto il panorama dei siti pro-ana in Francia nel 2010 e nel 2012, nel periodo quindi precedente e successivo, ad una dura azione di repressione, da parte delle autorità competenti, che ne hanno chiusi molti.
Il risultato ha messo in evidenza come, i siti alla fine sono rifioriti e in maniera più agressiva:
si sono aggregari tra loro, tagliando i ponti con il mondo esterno, per paura di ulteriori provvedimenti restrittivi.
Hanno cioè chiuso quella porticina, che consentiva alle famiglie e agli operatori del settore sanitario, di dialogare con loro ed intervenire.
Quindi invece di pensare di risolvere il problema con una mera azione censoria, è bene ideare un'attività globale di educazione e prevenzione.
Interview to Daphna Yeshua-Katz
Casilli,Pailler,Tubaro Why censoring pro-ana web sites might be a bad idea

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