domenica 9 giugno 2013

Costretto

Stando alle dichiarazioni rese dal magistrato della Dna, quindi, il vicequestore aggiunto Luigi Silipo sarebbe stato «costretto» da qualcuno a condurre le indagini su Cisterna in un determinato modo piuttosto che improntate sull'onestà e la correttezza. Se ciò fosse vero, il verbale di Pennisi farebbe il paio con il memoriale del pentito Nino Lo Giudice che, prima di far perdere le sue tracce, ha ritrattato le accuse contro l'ex viceprocuratore nazionale antimafia sostenendo di essere stato minacciato quando, all'inizio della sua collaborazione, affermò che tra Cisterna e suo fratello Luciano «non c'erano affari illeciti, ma rapporti normali».
lucio musolino



Con il beneficio del dubbio ovviamente.

Io pero' mi chiedo due cose :

le persone che hanno operato tra Sicilia e Calabria in determinati anni e in relazione a certi crimini, sono sempre le stesse .
C'è un gruppo di magistrati e poliziotti "dedicato" e sappiamo quali sono.
Possibile che a nessuno dei loro colleghi, sia mai venuto in mente che ci fosse qualcosa che non andava?
Quanto si è disposti a sacrificare per la cattura di un paio di latitanti ?

Come puo' un magistrato o un poliziotto, che ha giurato fedeltà allo Stato, agire in questo modo ?

Alberto Cisterna è un magistrato onesto e capace al quale sono state distrutte la vita e la serenità .
Con che cuore un essere umano che lavora al servizio della gente e di un ideale, puo' fare questo ?

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