“Accadde durante un suo viaggio in Cecenia che fece a scopi umanitari, poi, conobbe un gruppo di guerriglieri e decise di passare all'azione. Gli consigliai di limitarsi al volontariato e alla raccolta di medicinali e di fondi per i profughi di guerra in Italia ma decise di unirsi al combattenti. A quanto ne so è entrato in Siria dal confine turco, scavalcando il filo spinato. È in corso una campagna denigratoria nei suoi confronti e in quelli della sua famiglia. Come si può dire che un volontario, come quelli che vanno a portare la pace in giro per il mondo, si sia macchiato della una gravissima accusa di terrorismo?”.
huffington post
Marcozzi è un caro ragazzo, amico anche della buonanima di Roberto Straccia.
Con tutto il rispetto per la famiglia, certi meccanismi vanno spiegati in un'ottica, leggermente diversa da quella proposta dai media internazionali.
Certamente suona strano che un ragazzo che va in Cecenia con una organizzazione umanitaria, finisca prima nelle grinfie dei terroristi, e poi ne abbracci anche gli ideali.
Le organizzazioni umanitarie, le Italiane sono in prima fila, non sono solo umanitarie.
Fanno anche politica. Di solito appoggiano gli oppositori di Putin.
Sono grandi amici delle famiglie Politovskaia e Litvinenko.
Forse i nostri servizi, di concerto con l'FSB, dovrebbero cominciare da loro, a controllare.
Queste organizzazioni, sono state spesso accusate dalle autorità locali, fece scalpore un paio d'anni fa la denuncia dell'inviato del presidente della federazione Russa Khloponin, di fornire aiuti finanziari alla resistenza.
Un'organizzazione umanitaria, per entrare in Cecenia, deve avere tutti i permessi in regola, e questi vengono forniti dal governo centrale.
Nel passaggio da Mosca a Grozny, logica vuole che si facciano solo incontri istituzionali o con le organizazzioni locali, ed è quello che avviene.
Anch'io via internet conosco parecchie persone che ruotano nell'orbita Kadyrov, il presidente Ceceno:
i suoi consiglieri, gli addetti stampa, i ministri, i giovani che stanno ricostruendo il Paese.
Lo stesso Ramzan è molto disponibile su blog e social networks.
Insomma tutte quelle persone che la stampa internazionale ignora, sono pronte a collaborare ed incontrare chi gli porta aiuti da fuori.
Di certo non si puo' dire lo stesso di costoro.
Quando ci si sposta nelle aree rurali, ovvero nei villaggi, allora lì c'è la possibilità di incontrare i terroristi, quelli che indottrinano i giovani ceceni, e se li portano in montagna per addestrarli e poi smistarli in zone calde come la Turchia o la Giordania.
Le accuse di finanziamento a questi gruppi da parte di organizzazioni non governative, sia locali che straniere, non sono state mai provate, ma alcuni loro rappresentanti, hanno ammesso che oltre a curare questi "combattenti", forniscono loro qualche piccolo aiuto, altrimenti non riuscirebbero a lavorare.
L'Ambasciatore Americano in Russia, Michael McFaul, oggi diceva di aver letto su Facebook, messaggi che mostrano di non aver capito il reale grado di coinvolgimento dell'America nella guerra Siriana.
Lui si oppone fermamente all'idea che le armi fornite ai ribelli, vadano anche ad al Qaeda.
Ora McFaul non è un ambasciatore di stampo classico.
E' uno che da Washington si è sempre occupato da un lato, di tenere le redini diplomatiche con la Russia, e dall'altro, di finanziare i movimenti politici, quelli di Nemtsov e Kasparov tra i tanti, che osteggiano Putin.
Questa sua attività di bastone e carota, gli è valsa la nomina di Ambasciatore.
E' una specie di cavallo di troia di Obama.
Non è un genio, ma neanche un fesso.
Sa benissimo che l'insuccesso delle primavere Arabe, è dovuto anche, o forse soprattutto, al finanziamento che i governi di mezzo mondo, hanno inviato ad al Qaeda.
E appunto il nostro fratello perito in Siria, non so quanto poi effettivamente abbia avuto la possibilità di scegliere.
Si tratta di una guerra.
Qaedisti e ribelli per adesso combattono fianco a fianco.
Poi si vedrà.
Tony Cappuozzo oggi diceva, che va dato almeno atto al ragazzo, di non aver progettato un attentato in Italia, ma di essere andato a combattere in Siria.
E molti sui social networks, lo definivano come una specie di Garibaldi dei giorni nostri.
Daniele Mastrogiacomo poi, si interrogava sul perchè delle accuse di terrorismo.
Era stupito che così facendo, l'Italia appoggia il governo di Assad.
Oltre al fatto che ufficialmente noi non siamo schierati con nessuno, e il governo in carica in Siria è ancora quello, io starei attenta a fare tanta poesia.
Abbiamo vissuto sulle nostre pelle il terrorismo.
Sappiamo benissimo cos'è.
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