venerdì 4 gennaio 2013

Strada facendo


Ma io oggi io discuto sulle sue affermazioni politiche: afferma di essere sceso, o salito in politica, dopo aver detto che non lo avrebbe fatto, perché si sente investito del dovere di far fronte all’”emergenza democratica”. Quale? Ma possibile che non comprende che una delle principali emergenze democratiche E’ LEI, dottore? E’ quella di un magistrato che nel corso degli anni ha processato soprattutto uomini dello istituzioni con l’unica idea di fronteggiare, in un disegno complessivo, frutto sicuramente di una convinzione autentica, genuina, ma evidentemente macchiata da un profondo, ed oggi rivelato, amore politico, la “minaccia” Berlusconi? 
 Io Berlusconi politicamente lo considero una delusione, sia chiaro. Ma è proprio possibile che Lei non colga della pericolosità nell’aver cercato, in maniera evidentemente non accettabile in un sistema democratico, di contrastare quello che sin dall’inizio considerava un avversario politico, sfruttando il suo ruolo di PM?

Possibile che non comprenda la grave anomalia che con Lei in politica, il processo più importante della storia degli ultimi trent’anni, su cui, in verso o nell’altro si sono incentrate le aspettative di milioni di italiani desiderosi di verità, non solo puzza di sospetto, ma puzzerà ancor più in futuro. Perché porta la sua firma, è associato al suo nome, ed ogni enfatizzazione o sottovalutazione, sarà in grado di spostare migliaia di voti contro o a favore dei suoi avversari? 
 Ne è la prova che oggi, ad enfatizzare mediaticamente la notizia dell’anonimo sulla trattativa, fatto recapitare a Di Matteo,  vi sono partiti, come Rifondazione comunista, che La sostengono. E’ questa Lei la considera una battaglia politica ad armi pari? Onesti o disonesti che siano i suoi colleghi a Lei vicini, impegnati in quello come in altri processi saranno, ancora più che in altri casi di magistrati impegnatisi in politica, guardati con sospetto. Qualunque notizia data alla stampa sarò oggetto amplificato di speculazione e causa di perdita di credibilità.
Angelo Jannone


 È con questo spirito che ho accettato di affrontare l’impresa della lista civica ‘Rivoluzione Civile’. Con tutti i rischi che ne conseguono. A me non interessano seggi parlamentari e neppure prebende politiche. Ne avrei potute avere quante ne volevo, ma ho rifiutato perché non mi interessano. La mia impresa ha delle similitudini con le tue originarie motivazioni. Mettersi in gioco per ideali in cui si crede nella convinzione che non si debba delegare e ci si debba impegnare in prima persona da “non professionisti della politica”.il fatto via mega-cippa


Il colonnello Jannone con la teatralità e il carisma che gli derivano dal passato da infiltrato, ha colpito nel segno .
Ha captato cioè quello che è il punto di forza di Ingroia e che può diventarne anche il tallone d'Achille .
Ingroia sfrutta quello a cui ha lavorato per anni : la demonizzazione delle istituzioni .
Usa il linguaggio di Bush e Obama, e ci terrorizza descrivendo l'Italia come fossimo un Paese del terzo mondo, succube di una dittatura .
Ha insultato il presidente della repubblica, che è il garante della democrazia, solo perchè non rientrava nei suoi schemi perversi .
Allo stesso tempo è consapevole del fatto che il trucchetto che sta adoperando, non può fruttargli piu' di un cinque per cento che lo renderà schiavo di qualsiasi coalizione o opposizione .
Quindi si sceglie come interlocutore, l'alleato che piu' gli conviene, e Grillo fa decisamente al caso suo .

Ilaria Cucchi oggi sull'Huffington, si chiedeva che differenza c'è tra un imprenditore che ha lavorato tutta la vita con il preciso scopo di buttarsi in politica, e un magistrato che ha fatto la stessa cosa .
La differenza è tra il bene pubblico e quello privato .
Se un magistrato lavorasse con la sola intenzione di trarre benefici dalla propria funzione, oltre ad essere venuto meno al suo patto con lo Stato, di sicuro si potrebbe sospettare che i risultati ottenuti siano viziati .
E visto come certuni stanno conducendo la campagna elettorale, torna utile il ditto, a pensar male si fa peccato ma....



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