mercoledì 19 dicembre 2012

La vittoria dei mercanti di morte

"Non interessa a nessuno la nostra verità, a nessuno è mai importato di noi. Al contrario, tutti hanno sempre creduto alla verità degli altri. Senza riflettere, senza preoccuparsi di come erano andate certe cose. Ecco perché mi affido solo alla giustizia divina".
Dicembre 2000



Mentre si avvicina la fine del boss corleonese, credo che un paio di crude considerazioni, siano necessarie .

Mi dispiace per Angelo, che a oggi è ancora vittima degli attacchi dei finti duri e puri .
Credo che nessuno possa comprendere quello che ha patito durante la latitanza prima, e al rientro dopo .
Ciascuno di noi deve subire il destino di essere nato figlio di, ma nessuno ha il dovere di infliggerci colpe che nostre non sono .
Quello che Angelo ha sempre chiesto, erano i diritti che spettano a un carcerato come suo padre, nulla di piu' .
Ha agito da figlio , con la forza che lo contraddistingue, e conscio del massacro mediatico che lo attendeva .

Quelli che pensano di avere l'esclusiva sul dolore, si mostrano per quello che sono : avvoltoi .
E' inutile fare un plauso alla lettura degli articoli della Costituzione, se poi si negano i diritti dei detenuti e li si ricatta, chiedendone il pentimento .

Al di la' delle responsabilita' di Bernardo Provenzano, che nessuno nega ci siano, credo che a un certo punto, bisognera' ascoltarle le verita' della famiglia .
Non saranno piacevoli come quelle delle sirene della ricotta e cicoria, ma permetteranno di chiudere il cerchio, di assegnare delle responsabilita' .
Prima o poi, verra' il redde rationem per tutti .
Un cadavere non chiude le porte della verita' , anche se a certi piacerebbe .

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