Non ho idea come finiranno le vicende umane e processuali di Pisani e Cagnazzo, ma ho più di un dubbio su come e perché questi due uomini su cui chiunque avrebbe scommesso, d’un tratto sono stati messi all’angolo e coperti di fango. Il loro sputtanamento è coinciso con la fine della lotta seria (fatta con indagini e arresti importanti, non solo con i blitz quotidiani nelle piazze di spaccio) ai mafiosi di Scampia, al ritorno in campo delle nuove leve delle cosche di narcotrafficanti e all’esplosione della nuova faida. Una faida alimentata da ventenni, giovanissimi senza alcuna caratura criminale, gente che prima spara e uccide e poi ragiona. Paolo Chiariello
Pezzo molto bello di Chiariello, ma come spesso accade quando si scrive sull'onda dell'emotivita', l'analisi risulta a tratti carente .
O forse proviene da una situazione vissuta troppo dal di dentro .
A volte, dall'esterno, si riescono a cogliere aspetti, che in prima persona è difficile individuare .
Forse è arrivata l'ora di cominciare a dire alcune verita', che non piaceranno a molti .
Innanzitutto c'è questa mania molto Italiana di delegare la lotta alla criminalita' organizzata a pochi eletti che si specializzano in mafia, camorra e 'ndrangheta e la praticano per anni nello stesso zona , senza spostarsi mai .
Poi al primo trasferimento, insorgono amici e piccoli fans, nonchè i sindacati, per dire che quei poveracci avevano messo radici, e quindi sarebbe crudele spostarli .
Cioè dico, stiamo parlando di uomini che combattono il crimine e hanno a che fare con sangue e pistole tutti i giorni .
Il dramma dov'e', nel fatto che devono cambiare citta', lasciare mamma' e cercare un'altra scuola per i figli ?
Non è piacevole, pero' è la vita .
La personalizzazione non è bella, perchè ha i suoi risvolti negativi .
Se da un lato crea eroi positivi che costituiscono un simbolo e un esempio per i cittadini, dall'altro contribuisce a scatenare guerre tra persone che sono ormai diventate delle superstar .
Non so se Cagnazzo e Pisani fossero amici prima, pero', a stare a sentire i media e i rispettivi "clan", adesso sono come cane e gatto .
I trionfi hanno creato guerre tra di loro e tra pezzi delle istituzioni, politici, magistrati, alti dirigenti delle forze dell'ordine .
E i giornalisti non possono sottrarsi a tutto cio' :
c'è chi scrive il pezzo per la procura, chi per i carabinieri e chi per la polizia .
A leggersi tutti gli articoli presenti sulla stampa quando scatto' l'operazione Megaride, ci si poteva fare una mezza idea di quello che stava succedendo .
A leggerli oggi, o a voler seguire il processo in aula, si scopre che le cose stanno diversamente .
Conosco poliziotti e magistrati che valgono molto di piu' dei protagonisti dello scontro napoletano, ma mantengono un basso profilo e non godono di tanta fama .
Se Chiusolo vuole formare una polizia modello FBI, apparentemente vecchio sogno di De Gennaro, deve tenere in conto che queste cose in America non accadono .
I poliziotti si specializzano, ma poi non frignano se gli si cambia settore e citta' .
Fanno anche loro, conferenze stampa a meta' tra il faraonico e il pacchiano, pero' poi non si scompongono piu' di tanto se salta fuori che sono corrotti .
Non si scelgono un magistrato amico con il quale fanno inchieste e pianificano i trasferimenti di citta' in citta', ogni cinque anni .
Nel sistema giudiziario Americano il de relato non ha significato .
Condannare una persona sulla base di un "ho sentito dire", è da Paese del terzo mondo .
Oggi Pisani, per quanto il pubblico ministero lo neghi, si trova sotto accusa, perchè un signore che spargeva morte, afferma, tra le altre cose, di avergli dato soldi .
Pero' a quanto è dato sapere, non c'e' mezzo riscontro sul punto .
E lo stesso dirigente di polizia, pur avendoci scritto sopra un libro ed essendo stato premiato con una bella citazione sulla Treccani, si ritrova inguaiato perchè in Italia non si riesce a fare una legge sui confidenti .
Lo si accusa di un rapporto morboso, che poi si è scoperto non essere tale, perchè ne erano a conoscenza tutti, pero' non si è mai tentato di tutelare lui e i suoi colleghi con una norma .
E noi cittadini, pronti sempre a lamentarci, che guardiamo con disprezzo a Napoli e Palermo, di certo non possiamo vantarci di aver dato un contributo alla crescita morale del nostro Paese .
Ci commuoviamo quando c'e' il funerale di un magistrato ucciso, ci indigniamo quando un poliziotto reagisce al lancio di un estintore e facciamo un plauso al popolo delle agende colorate .
Pero' non sappiamo andare oltre .
Insomma prima di puntare il dito, su quella cosa astratta che si chiama Stato, mettiamoci una mano sulla coscienza, e ammettiamo che quello che sta accadendo a Scampia è un po' colpa dell'egoismo di ognuno di noi .
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