Nel corso dell'udienza di ieri, sono stati ascoltati i magistrati che hanno diretto le indagini, gia' illustrate dai poliziotti della squadra mobile .
Si e' fatto riferimento quindi ad un arco temporale che va dal 1997 al 2007-2008 .
Pur avendo sostanzialmente confermato le dichiarazioni rese dagli agenti, gli ex pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia, hanno offerto un'ottica piu' ampia in relazione alla coordinazione delle indagini, ed elementi utili a comprendere alcune dinamiche sconosciute ai non addetti ai lavori .
Il dott. Beatrice ha spiegato come, le indagini partite nel 1997 sul clan Lo Russo, con annesse intercettazioni ed informative redatte dalla mobile e da Pisani, principali interlocutori della DDA, costituirono la base per inquadrare la genesi della faida che poi porto' all'omicidio Giglioso .
Come tutte le inchieste pero', non tutti i dati raccolti furono usati per i procedimenti giudiziari connessi .
Di solito vengono portate a termine le investigazioni piu' urgenti, mentre quelle accessorie, che possono essere sviluppate a seconda dell'esigenza del momento, e utilizzando le fonti collezionate nel corso dell'indagine madre, vengono approfondite man mano che se ne presenta la necessita' .
Queste evoluzioni, quindi prendono corpo anche nell'arco di svariati anni .
Cio' conferma che la contestazione della scorsa udienza, riguardo all'utilizzo tardivo di una informativa da parte del dott. Pisani, non ha ragione di esistere .
Interessante anche l'episodio narrato dal dott. Cannavale, in relazione ad un procedimento contro il clan Lo Russo, per il quale Pisani si reco' da lui, e gli chiese di farsi assegnare una co-delega .
In quel periodo la dott.ssa Sargenti, titolare dell'inchiesta, era in maternita', e il capo della mobile non voleva che l'accertamento sui Lo Russo, si fermasse .
Il dirigente confido' al magistrato, le sue paure circa l'eventualita' che si pensasse, avendo appena concluso delle operazioni contro i Licciardi e i Contini, che le sue azioni erano tese a favorire il clan Lo Russo .
Sebbene Cannavale non abbia specificato a chi Pisani si riferisse, penso che la sua preoccupazione fosse rivolta alla possibilita' che il sospetto di un suo coinvolgimento con uno dei clan, scatenasse ulteriori guerre .
Il suo pensiero era quindi rivolto a Napoli e allo svolgimento del proprio lavoro .
Ovviamente era ben consapevole che magari anche in procura, qualcuno potesse adombrare sospetti in tal senso, essendo alcuni magistrati al corrente dei suoi rapporti confidenziali con Lo Russo e anche con Sacco, ma cio' che gli stava a cuore era sempre la lotta contro la camorra .
Il dott. Cannavale ha anche spiegato le ragioni per cui archivio', seguendo le procedure, le indagini sull'omicidio Grimaldi .
Non ci furono grossi impulsi investigativi da parte della mobile, perche' non c'erano molti elementi a disposizione .
Anche la richiesta di intercettazioni fu limitata ad un'ambientale su Bocchetti in carcere .
Cio' avvenne perche' c'era una indagine concomitante per un 416bis, condotta dalla dott.ssa Sargenti, e forse anche dal dott. Amato .
In queste circostanze si cerca di non duplicare il procedimento madre e soprattutto di non avanzare altre richieste di intercettazioni, per non prolungare l'iter .
Il dott. Amato ha cercato di introdurre una domanda relativa ad una indagine sulle piazze di spaccio, delegata ai carabinieri di Castello di Cisterna, questione per la quale e' stato convocato anche Balotelli, e che avrebbe messo in evidenza il rapporto tra Pisani e Marco Iorio .
Credo si riferisse all'episodio citato nell'ordinanza di rinvio a giudizio e raccontato con dovizia di particolari dalle testate dell'epoca, in cui Marco Iorio fu convocato dai carabinieri .
Il giorno prima pero', il colonnello Cagnazzo si reco' in via non ufficiale da lui, per anticipare alcune domande .
I resoconti giornalistici parlarono di un approccio avvenuto in maniera non proprio amichevole, da parte dell'ufficiale dell'Arma .
Iorio racconto' l'episodio a Pisani, il quale gli consiglio' di presentarsi in caserma per rispondere alle domande dei carabinieri, ed emise una nota informativa al procuratore Lepore .
La corte non ha comunque concesso alla pubblica accusa di formulare la domanda, in quanto estranea al capitolato in esame .
La cosa strana è che il pubblico ministero, nel porgere argomentazioni favorevoli alla propria causa, ha detto praticamente di non aver opposto resistenza a che la difesa Pisani interrogasse i propri testimoni principalmente sull'operato di Pisani e della mobile per quel che riguarda Salvatore Lo Russo e il clan .
La cosa pero' gli è sembrata alquanto peculiare, perchè le dichiarazioni di Lo Russo, a suo dire, nulla hanno a che vedere con la posizione del Pisani imputato all'interno del processo .
A me pareva di aver capito che l'accusa si basa quasi tutta sulle dichiarazioni del pentito .
E credo di non essere l'unica ad aver recepito i fatti in cotal guisa .
Abbiamo preso un abbaglio ?
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