domenica 25 novembre 2012

Tra gruppi e clan Le lezioni del commissario Catalano


I sostituti commissari Gatti e Catalano, hanno poi ripercorso i tratti essenziali degli anni delle faide, spiegando nel dettaglio come si svolgevano le indagini e tutto quanto ne faceva parte : soffiate, pedinamenti, intercettazioni, verbali, informative .
Possiamo dire che sei ore di dibattimento, hanno dato un senso a sessanta ore di chiacchiere ascoltate dai pentiti .
Tutte le storie su Lucky Luciano, gli "ho sentito dire", "a Napoli lo sapevano anche le pietre", non valgono un minuto del lavoro che questi uomini hanno fatto .
Di certo hanno aiutato, ma il risultato lo hanno portato a casa i poliziotti .
Non so quanti soldi lo Stato investa sul pentitismo, ma forse converrebbe veicolarne una parte sugli stipendi e sulla preparazione degli agenti .

Gatti ha anche sfatato il mito del rapporto strettamente privato ed esclusivo, tra Lo Russo e Pisani .
Spesso i due, venivano seguiti per tutelare la sicurezza del capo della mobile, e non appena riceveva una confidenza, il Pisani la girava al suo ufficio .
I piu' stretti collaboratori di Pisani conoscevano benissimo come era avvenuta la conoscenza tra i due, e le modalita' di contatto (schede telefoniche dedicate), nonche' il ruolo svolto da Lisena.
Il che ci porta a sperare che presto possa essere sentito anche lui, per riabilitarlo pover'uomo .
Di Damiano Lisena finora abbiamo sentito le peggio cose .
Lo Russo tra le tante chiacchiere, non ci ha raccontato di essere stato convocato da Pisani stesso in questura, come primo approccio .

Che i suoi collaboratori non abbiano mai avuto diretto accesso al Lo Russo, e si dovevano accontentare di rivelazioni "de relato", precisazione chiesta dalla componente femminile della pubblica accusa, ha importanza relativa .
Qui stiamo parlando di gente che ha passato un concorso e si e' formata alla scuola di polizia .
Se Pisani avesse dato loro, informazioni filtrate e incomplete, alla fine se ne sarebbero accorti, perche' l'indagine non avrebbe avuto buon fine .

Il commissario Mario Gatti ha riferito come le indagini su tutto il clan Lo Russo fossero pressanti  e diedero luogo a numerosi arresti .
Le intercettazioni non mettevano in evidenza, la "posizione apicale" di Totore, rispetto al fratello, anche dopo la sua cattura a Malaga, tanto declamata da 'o capitone, nel corso della sua testimonianza .
Veniva fuori solo la sua passione per le scommesse, non si faceva cenno nemmeno alle seratine con le zecchinette e lo chemin de fer, di cui tanto si e' vantato Lo Russo .

Allo stesso modo il commissario Ciro Catalano, mentre illustrava lo svolgimento delle indagini negli anni che insanguinavano Napoli, ha spiegato che da nessuna intercettazione o indicazione dei confidenti, e' mai spuntato fuori il nome Potenza .
Quindi Pisani non e' che potesse avviare indagini a caso, solo perche' girava voce .

Catalano e' un mix tra un rottweiler e Dick Tracy .
Ha lo stesso timbro di voce e lo stesso modo di presentare i suoi argomenti, di Ciccio Gratteri, la stessa autorevolezza . Parla perche' c'era e agiva, non per sentito dire .
Immagino che abbiano anche lavorato assieme a Napoli, perche' in quegli anni il prefetto Gratteri era li' .
Ha memoria di ferro . Della sua attivita' tra squadra mobile e sezione criminalita' organizzata, non ha dimenticato niente .
E parliamo di quasi trent'anni di lavoro .
Come Amato gli ha contestato la data in cui ci fu la definizione giuridica del clan Lo Russo (famigerato 2007 ad uso e consumo dei soli caramba), Catalano ha cominciato a ringhiare .
Non lo ha smosso nulla .
Per lui il passaggio da gruppo a clan e' avvenuto in quella data e tale e' .
Amato era cosi' in affanno, che e' stato costretto ad ammettere che la paternita' di parecchie indagini sul gruppo Lo Russo alla fine degli anni '90, e' da attribuire a Pisani .

Per il resto Catalano ha ricordato i passaggi che portarono alla cattura di Gaetano Bocchetti, la collaborazione di Costantino Sarno, le indagini e gli arresti su Giuseppe Lo Russo .
Questi sono i pezzi di storia che i ragazzi di oggi dovrebbero imparare, invece che correre dietro agli eroi del Guatemala .

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