domenica 16 settembre 2012

Libera

“Dopo il sequestro e la vendita delle ragazze, e parlo di quello che è capitato a me e a tante mie amiche”, racconta Adelina, “non passa il terrore. Ricordo per esempio una ragazza alla quale avevano rapito il fratello in Albania. Lei così non sarebbe mai potuta scappare. Il resto della giornata, quando non venivamo mandate in strada, trascorreva tra botte e violenze. Come il giorno che ho deciso di farla finita con quella vita. Stavo male, avevo il ciclo. Ho chiesto al mio sfruttatore di poter restare a casa. Ma lui ha fatto uscire tutte le persone con le quali vivevo, tutte ragazze schiave come me, e mi ha picchiata selvaggiamente. Mi ha detto che quel giorno avrei dovuto portare più soldi del solito. Avevo pensato tante volte di farlo: ho finto di andare al lavoro e, con l’aiuto di un cliente, sono andata alla polizia. Gli agenti della Questura di Varese, la zona dove lavoravo io, venivano ogni giorno da noi. C’invitavano a ribellarci ai nostri sfruttatori e a metterci sotto la loro protezione. Avevo il loro recapito, che lasciavano alle ragazze quando parlavano dei diritti garantiti dalla legge Turco-Napolitano per chi fa una scelta come la mia. Subito dopo mi hanno portato all’ospedale e, dopo le visite mediche, la mia schiavitù era finita”. progettoroxana

Spesso si pensa che il racket della prostituzione e gli sfruttatori, siano una scusa che le ragazze usano, per rimanere in Italia, o ottenere benefici .
"Io a questa storia non ci credo tanto", mi disse tempo fa, un operatore delle forze dell'ordine .
La realta', attestata dai rapporti annuali, e' che lo sfruttamento della prostituzione, e' un anello importante nella catena dei crimini perpetrati dalla criminalita' organizzata, soprattutto straniera .
La storia di Adelina, e' un piccolo successo, della volonta' di una ragazza oppressa, e delle istituzioni che l'hanno supportata .

Tra i poliziotti che la aiutarono a liberarsi di quella schiavitu', e che lei oggi ancora considera come una famiglia, assieme alla moglie e alla figlia, c'e' il dott. Cunzolo, di cui domani ricorre l'anniversario della morte.
Si tratta di una personalita' importante che ha lasciato un segno, tra i suoi uomini, e tra la gente in generale che ancora lo ricorda con stima e affetto .
Mi auguro che la memoria di quello che ha fatto, non vada mai persa .

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