Il prefetto De Gennaro ha ripercorso la stagione delle stragi del '92-93, illustrando di pari passo la progressione delle analisi della DIA e degli altri organismi investigativi che costituirono la base dei rapporti stesi successivamente dall'autorita' giudiziaria .
La strategia stragista fu espressione di una doppia necessita' da parte della mafia :
reagire contro lo Stato dopo la sentenza che confermava in maniera definitiva gli ergastoli del maxi processo , e riaffermare la supremazia del gruppo di comando, all'interno delle varie componenti dell'organizzazione .
Questo acclararono le relazioni del 27 Maggio e del 27 Agosto 1993, del 4 Marzo 1994, della DIA, assieme a quelle dello SCO e del Cesis .
Questo fu l'orientamento espresso dal capo della polizia Parisi nel corso delle sue audizioni davanti alla commissione parlamentare anti-mafia dell'epoca .
Egli parlo' di "perverso intendimento di freno allo sforzo repressivo dello Stato".
Le ipotesi investigative che la DIA avanzo', si snodavano attorno alla mafia e ai rapporti che essa intratteneva con ambienti eversivi dell'estrema destra, ambienti imprenditoriali ad essa vicini, terrorismo internazionale, ipotesi quest'ultima di difficile verifica, e logge massoniche non ortodosse .
Sempre il prefetto Parisi parlo' di "convergenza di diversificate ma contigue forze del crimine" .
Tutte le analisi presentavano cioe' molte piste, che di certo costituivano la base per un'indagine completa, ma che non potevano dar luogo a valutazioni univoche, ne' tantomeno a conclusioni chiare .
Secondo una fonte interna all'organizzazione, di cui il prefetto non conosce l'identita', lo scopo della strategia, era quella di creare panico e destabilizzazione nel Paese, in modo da generare terreno fertile per una trattativa che passasse "anche" attraverso canali istituzionali .
Questo era dunque il clima in cui gli inquirenti lavorarono dopo l'attentato a Falcone e Borsellino .
Il prefetto ha poi proseguito la sua esposizione, dichiarando di non essere a conoscenza di eventuali rapporti tra il ROS e Vito Ciancimino, ne' di aver mai conosciuto lo stesso Ciancimino o qualche elemento della sua famiglia .
Quindi non sa spiegarsi, le dichiarazioni di Massimo Ciancimino .
In relazione al rapporto dei ROS sulla questione mafia-appalti, il primo redatto su Angelo Siino nel '91, ha ricordato come questo stesse molto a cuore al dott. Falcone, e come se ne occuparono anche altre procure al di la' di quella di Palermo .
La DIA non ricevette alcuna delega al riguardo, mentre lo SCO se ne occupo', perche' gestiva il pentito Leonardo Messina .
Inoltre interessava alla divisione diretta dal prefetto Pansa, in quanto specializzata nel settore riciclaggio .
Sul 41bis la DIA non aveva competenze specifiche, se non quelle di dare indicazioni su soggetti sui quali poteva essere applicata .
L'ufficio si e' sempre espresso comunque, quando necessario, nelle informative e nel corso delle audizioni in commissione, a favore di questa norma, necessaria per recidere i legami tra i boss incarcerati e i loro gruppi di appartenenza .
De Gennaro non ha contezza di eventuali trattative, ma e' sicuro che anche se ci fossero state, conoscendo la sua posizione "oltranzista" nei confronti della mafia, nessuno gliene avrebbe parlato .
Aveva rapporti formali con il presidente Scalfaro, abituali con il capo della polizia Parisi, molteplici con Violante, quando era in commissione .
Vedeva saltuariamente il generale Subranni quando era in visita dal generale Tavormina, e fu in contatto con Mori quando era ai servizi segreti .
Ha appreso dell'esistenza di Monsignor Domenico Amoroso dai giornali .
Il sottosegretario ha poi risposto alle richieste di chiarimenti, formulate dai membri della commissione .
Ha spiegato come la commistione mafia-appalti sia nata dall'esigenza dell'imprenditoria siciliana, di trovare nuovi sbocchi per l'enorme mole di denaro maturata .
I contatti con l'estrema destra eversiva, risalgono agli anni '70, ai tempi del golpe borghese .
L'artificiere della strage di Capaci ad esempio, era un simpatizzante di Ordine Nuovo .
Non ha indagato su Marcello dell'Utri, quindi non sa se vi siano evidenze investigative solide su di lui .
Ha investigato su Mangano, nell'ambito di una mega-inchiesta in cui erano coinvolte diverse procure .
Non e' in grado di dare valutazioni sull'intervista di Borsellino alla tivu' francese, in cui faceva riferimento a Mangano e al traffico di stupefacenti . Di certo riconosce l'attendibilita' dell'intervistato .
Non e' a conoscenza di eventuali colloqui tra Violante e Mori .
Non ricorda di essere stato coinvolto in nessun discorso sul 41bis con Di Maggio, ma ritiene possibile che se ne sia parlato perche' all'inizio c'erano difficolta' applicative su quella norma .
Aveva rapporti di lavoro con il giudice Di Maggio, ma non sa nulla circa la sua nomina al dap .
Alla richiesta di dare un'opinione circa il fermo supporto che il dott. Contrada ha sempre avuto dal prefetto Parisi, non puo' che osservare che essendo uomo fedele alle istituzioni, l'allora capo della polizia, avesse elementi concreti per credere all'innocenza del funzionario .
Non ha conoscenza diretta delle fonti fiduciarie che permisero la stesura delle informative .
Riguardo alle parole di Falcone circa le menti raffinatissime, porta ad esempio la loggia scontrino di Trapani .
Falcone gli disse di aver fortemente voluto la nomina della dott.ssa Ferraro .
Il riferimento all'omicidio Lima nelle relazioni, e' di natura temporale e serviva ad inquadrare le anomalie della stagione stragista .
Il suo ufficio non ha mai posseduto elementi concreti di accusa nei confronti del politico siciliano .
Nulla sa, dei due rapporti ROS sulla questione mafia-appalti, inviati alle procure di Palermo e Catania, contenenti elementi diversi, uno con i nomi dei politici, e l'altro senza .
Ricorda solo che Falcone gli disse stizzito, di averne rispedito uno a Palermo .
Ritiene che Provenzano e Riina non fossero espressione di due anime diverse all'interno di cosa nostra .
Costituivano il nucleo Corleonese, punto di forza della mafia .
Poi all'interno c'era chi li sosteneva e chi invece accettava passivamente il loro dominio .
Non ha elementi concreti per valutare i collegamenti della mafia con altri gruppi criminali eversivi .
Ritiene pero' che in alcuni casi, come quello della falange armata, si trattasse di un tentativo di destabilizzazione .
E' sempre stato contrario alla dissociazione e vi e' un suo intervento in tivu', di facile reperimento, a tal proposito.
Non ha contezza di legami tra Antonio Agostino e i servizi di informazione, mentre ricorda Emanuele Piazza, quale referente del sisde in relazione alla ricerca latitanti .
Passo' un giorno alla DIA, mentre Borsellino interrogava Mutolo .
Non trova strano che Contrada, da funzionario di polizia sapesse della collaborazione di Mutolo .
Borsellino gli riferi' della telefonata del capo della polizia che lo invitava ad andare a salutare l'onorevole Mancino .
Non e' mai stato coinvolto nelle indagini degli esposti anonimi del cosiddetto corvo due .
File audio della seduta da radio radicale
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