Pronto a gesti estremi in uno Stato che non c'e'

 «Io sono pronto a
tutto, anche a gesti estremi. Sono pronto a legarmi con mia moglie e
i miei figli con una bombola di gas. Cerco una mano. Voglio essere
aiutato e non abbandonato al mio destino». Fabio Postiglione su gdn

Giorni fa, qualcuno mi chiedeva come potessi essere amica di una persona del genere .
Siamo talmente amici, che Misso non ha nemmeno preso in considerazione il consiglio che gli ho dato, cioe' di trovarsi un avvocato che faccia veramente i suoi interessi, e di cercare aiuto concreto, alla DDA, dal magistrato che lo gestisce per alcuni procedimenti, che magari a molti risulta poco simpatico, ma a me pare persona seria .
E poi lasciamo perdere i finti moralismi .

Il problema di Misso e' che ha un caratterino di quelli non proprio facili, e rischia di trasformare una battaglia importante, condotta da altri collaboratori di giustizia, ma anche da commercianti che hanno creduto nella protezione offerta dallo Stato e che adesso sono stati abbandonati, in una sceneggiata napoletana .
Se oggi qualcuno lo ammazza, cosa non poco probabile, vista l'enorme mole di processi e indagini a cui le sue dichiarazioni hanno dato impulso, domani i giornali vendono piu' copie e dopodomani il tutto passa nel dimenticatoio .

La denuncia di Misso si dipana su un doppio binario, che e' quello del difficile rapporto con il servizio centrale di protezione, e delle promesse poco o mal mantenute per quello che riguarda il patto concluso con lo Stato .
Sul primo, bisognerebbe avere la controparte a difendersi, ma avendo anche fatto denunce nei loro confronti, almeno stando a sentire lui, non ho difficolta' a credere che sia vero quanto dice .
Per quel che riguarda il rispetto dei termini del contratto da collaboratore, avendo sentito lamentele anche da un altro pentito con cui entrai in contatto attraverso il blog, penso che la questione, debba essere riveduta dalle autorita' competenti .
Bisognerebbe inoltre stabilire con certezza, chi effettivamente e' autorizzato a trattare, perche' per quel che mi risulta, manca un interlocutore ufficiale o quanto meno permanente .

Allo stato attuale, ci sono pentiti, che pur non dando contributi effettivi da svariato tempo (e' sufficiente leggere i verbali ), si prendono la licenza di chiedere uno sforzo ulteriore al servizio centrale di protezione, per andare a fare ritiri spirituali, e ci sono gli altri come Misso, a cui si rende la vita un inferno .
Poi ci sono denunce da parte di collaboratori, che non arrivano a pagare le spese minime per i figli a fine mese, pur avendolo concordato in precedenza .

Parliamoci chiaro : confidenti e pentiti, nonche' trattative piu' o meno nascoste, sono espressione del fatto che lo Stato Italiano ha fallito nel suo compito guida nei confronti del cittadino, e che investigatori e magistratura inquirente, non sono capaci di condurre indagini basandosi su piste e riscontri diretti.
Ma se proprio dobbiamo servirci di queste categorie di persone, dobbiamo farlo avendo una normativa chiara (cosa inesistente per i confidenti) e rispettandone i termini in ogni loro parte .
Non si puo' ottenere giustizia, usando metodi ingiusti .
Alla fine ci ritroveremo con collaboratori finti, pronti a rendere dichiarazioni a comando, e cadaveri di collaboratori veri .